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Santuario del Cuore Immacolato di Maria nella Chiesa della SS. Trinità in Bologna
Presso il Monastero della Santissima Trinità (1367) si conservava un’artistica immagine di Maria SS.ma chiamata delle Grazie, dipinta in legno e vi era una Suora addetta alla custodia di essa. Questa immagine fu incoronata dal Card. Alessandro Ludovisi (5 agosto 1626). Arcivescovo di Bologna, La devozione crebbe sempre più presso il popolo e vi furono vari miracoli operati dalla Madonna.
Ma quando le Suore dovettero abbandonare la loro Chiesa e il Convento si portarono dietro anche la tanto cara immagine.
La festa però l’ottavario continuarono egualmente ogni anno nella Chiesa divenuta parrocchia della santissima Trinità e l’immagine fu sostituita da un’altra, dipinta in tela, del “Cuore Immacolato di Maria”, posticipando la festa all’8 settembre di ogni anno.
La devozione ed il concorso del popolo andò sempre crescendo e nella Pasqua del 1842 fu deliberato di fare ricorso all’autorità competente per l’erezione canonica di una pia Associazione o Aggregazione in onore del “Cuore Immacolato di Maria”. Ottenuto il decreto in data 6 marzo 1843, la Pia Associazione venne anche aggregata all’Arciconfraternita di N.S. della Vittoria in Parigi e dietro gli incitamenti del Parroco Don Pietro Buffetti, tutti vollero concorrere perché nella decennale del 1851 fosse eretta a questa Madonna una Cappella, come la si vede tuttora nel lato sinistro di chi guarda l’altare maggiore, costruita con disegno dell’architetto Francesco Gualandi. Un cancello di ferro la separa dal corpo della Chiesa. Anche presentemente al ritorno delle feste settembrine, i parrocchiani della SS.ma Trinità si raccolgono numerosi e fidenti nella loro chiesa per rendere omaggio a questa Madonna e ricordarle che dal suo Cuore di Madre traggono auspici di protezione e di grazie e si ripromettono i favori più eletti del suo materno patrocinio.
Nella storia della devozione al “Cuore Immacolato di Maria” si inserisce l’origine di un’Opera di grande di grande carità: l’Istituto Gualandi di Bologna e la Piccola Missione per i Sordomuti. L’8 luglio si celebrava la festa del “Cuore Immacolata di Maria” con le prime comunioni delle fanciulle della parrocchia. Si accostava alla mensa eucaristica per la prima volta la Sordomuta Carolina Galoppini, istruita dalle Contesse Ranuzzi e assisteva alla cerimonia il giovane sacerdote Don Giuseppe Gualandi, il quale aveva celebrato la prima Santa Messa nel Natale del 1858.
La giovanetta più delle altre avanzata in età, colpì il sacerdote assistente, il quale interrogò il Parroco Don Pietro Buffetti e apprese che era una sordomuta. Che cosa provasse il cuore di D. Giuseppe a quella notizia non sappiamo. Egli ci dice che ne fu commosso. “Quella viva impressione che provai allora fu comunicata ai miei fratelli e ne ebbi parole di esortazione e di eccitamento a mettermi in tale impresa” (l’educazione dei sordomuti). Don Giuseppe Gualandi aveva nutrito la sua anima con intensa devozione alla SS.ma Eucaristia e a Maria SS.ma Ritornava tanto volentieri nella sua Chiesa parrocchiale e si prostrava ai piedi della dolce immagine del Cuore Immacolato di Maria ed effondeva tutto il suo cuore, traboccante sempre di tanta riconoscenza a Dio per il bene che gli aveva concesso di fare, esultante perché il fratello ingegnere aveva eretto la nuova cappella ove anche ora è conservato il quadro sacro ed aveva decorato architettonicamente tutta la Chiesa il suo amico d’infanzia, il prof. Alessandro Guardassoni.
Quando non poté più uscire perché impotente e malato, volle nella sua camera un’immagine del Cuore Immacolati di Maria. Gesù e Maria erano stati i suo Maestri, dovevano essere il suo conforto.
Fonte: Santuario Mariani legati alla storia dei Sordomuti a cura dui Giovanni De Carlis e P.Adelmo Puccetti della P.M.S., 1974
PREGHIERA ALLA SS. TRINITA’
Per impetrare grazie per l’intercessione del Venerabile Don Giuseppe Gualandi
O Dio onnipotente ed eterno. Tu, per mezzo del tuo Divin Figlio, insegnasti agli uomini il valore del comandamento nuovo della carità verso il prossimo e suscitasti nella Tua Chiesa, ai nostri giorni, un valido esempio della pratica di questa virtù nel Tuo servo fedele Don Giuseppe Gualandi, apostolo dei sordomuti.
Per intercessione del Cuore Immacolato di Maria, nostra tenere Madre, accendi in tutti lo stesso ardore di carità verso di Te e verso il prossimo, specialmente verso i sofferenti, e concedici la grazia che ora ti chiediamo… a tua gloria e ad esaltazione qui in terra del Tuo servo. Amen.
Tre Gloria in onore della SS. Trinità.
(con approvazione eclesiastica)
Per segnalazioni o informazioni rivolgersi alla Curia Generalizia della Piccola Missione per i Sordomuti – Via Niccolò Tommaseo, n.4 – 00100 Roma (fax 0658335571) oppure email padresavino@libero.it
La Madonna dei Sordomuti
Il quadro della Madonna che sarà poi “La Madonna dei Sordomuti”, già passata di generazione in generazione capostipiti della famiglia Gualandi fu donata a Don Giuseppe Gualandi da suo padre prof. Domenico in occasione della prima modesta sede dell’Istituto in Via dei Butteri, n.151, il 10 settembre 1850, terzo giorno dell’ottava della Natività, sotto la cui protezione fu messa la nuova casa.
Ed il prof. Domenico, che amava firmarsi e chiamarsi scherzosamente “il padre putativo dei sordomuti” volle cedere a costoro, quasi a ramo primogenito della sua famiglia il detto quadro. Ed è così che fu detto la “Madonna dei Sordomuti”, era una riproduzione litografica del Guardassoni, fu messa, per volere del Fondatore (Don Giuseppe Gualandi, n.d.r.), a decoro e presidio, in ogni dormitorio delle nuove case di Roma e di Firenze, rimanendo l’originale a Bologna, in una ricca e artistica cornice dorata che essi fecero e Le dedicarono.
Anime tutte di Dio, i Fratelli Gualandi, avevano compendiata la sventura dei sordomuti “nel non sapere essi nulla di Gesù e di Maria”. La tela del Guercino, che nelle varie sedi dell’Istituto fu messa sempre al posto d’onore e poi nella Cappella, quando questa cominciò a funzionare, servì ad imprimere nelle menti dei loro alunni la prima vaga immagine della Madre celeste e ai sordomuti diede gli elementi per foggiarne il gesto. Tutti infatti gli alunni degli Istituti Gualandi e della Piccola Missione, anche adesso, per esprimere mimicamente la Beata Vergine, incrociano le braccia nel petto, nel mondo come essa è raffigurata dal Quercino. Quando poi, dopo un triennio, i sordomuti con le prime nozioni di catechismo cominciano a conoscere meglio la Gran Madre di Dio, Don Giuseppe è felicissimo di fare stampare i seguenti suoi versi che valgono molto più della loro poesia:
Al divo amor grata
la tua umiltà, Maria
e Te dice beata
tutta la gente pia
Ed anche il sordomuto
che non sapea di sé
Madre ti ha conosciuto
e benedice a Te.
La Madonna dei Sordomuti che si venera nella Cappella della Fondazione Gualandi a favore dei Sordi di Bologna
(Opera del Guercino)
re114 (2005)
STORIADEISORDI: RELIGIONE