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Oro alla Patria
A causa delle sanzioni economiche imposte all’Italia da parte della Società delle Nazioni (ONU) per un fatto che viola le norme internazionali. Per questo e per l’esigenze economiche del Paese che il Governo del regime richiamò al Popolo italiano per sostenere lo sforzo bellico nella campagna “concentrata” del 18 dicembre 1935, gli italiani offrirono le proprie fedi nuziali d’oro e al loro posto con l’anello di metallo predisposto dall’autorità governativa con la dicitura: “oro alla patria” , anche gli oggetti d’oro e di argento (bracciali, collane, ecc.), le rami e i bronzi (pentola, brocca, candelabro, ecc.). I sordomuti italiani lo fecero come gli altri. Leggiamo l’interessante documento della Federazione Italiana fra le associazioni dei sordomuti che esortò di seguire le disposizioni del governo del regime.
DATE ORO ALLA PATRIA
L’ignominiosa data del 18 novembre 1935, inizio di un odioso assedio economico voluto con tanto cinismo dalla perfida Albione contro “un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di navigatori, di trasmigatori” inorgoglisce il nostro sentimento di italiani e di fascisti, rinsalda ancora dappiù la nostra devozione senza limiti al Duce, artefice della nuova epopea italiana.
Mai la Patria nostra adorata è stata così bella, forte e tenuta! Lo slancio fervido e devoto del popolo intero e una prova sicura nella certezza della vittoria: l’offerta plebiscitaria dell’oro e dell’argento alla Patria è una promessa sicura per l’avvenire; la resistenza alle esose sanzioni è per il nobile popolo italiano uno stimolo le più pure idealità, che racchiude in sé grandezza, gloria e potenza insieme.
Sordomuti d’Italia!
Mai prima d’ora vedemmo tanta primavera di bellezza tanto sublime e spartano sacrificio, tanta fierezza!
Vediamo dovunque affluire silenzioso il nobile popolo italiano con nel pugno un gruzzolo d’oro, d’argento e di ferro, compendio di affetti cari di ricordi commoventi, per donarlo alla Patria per la più santa delle resistenze, contro tanta malvagità da parte degli amici di ieri, crudeli ed odiosi nemici di oggi.
Voi, sordomuti, “i reietti della vita sociale”, che per aspirare ad un’esistenza migliore, conosceste amarezze, rinunce, ingiustizie ed incomprensioni, date alla Patria quello che avete di più caro, dalla fede nuziale al più santo dei ricordi familiari.
Più che un valore è un simbolo che trascende il valore materiale per assurgere ad una manifestazione di dedizione completa alla Patria e di fedeltà al Regime.
La più piccola offerta alla Patria è come una goccia di sangue, che alimenta la nostra resistenza per la più grande vittoria!.
Il Capo del sordomutismo italiano Giuseppe Enrico Prestini con squisita sensibilità d’animo e con innato sentimento patrio, ha voluto donare alla Patria le quattro medaglie d’oro offertegli, anni or sono, da sordomuti d’Italia, riconoscenti per il suo alto e valido contributo dato alla nostra causa.
E’ un esempio!.
Egli ha donato alla Patria tutto ciò che considerava le reliquie più belle per la buona causa: reliquie perché nelle medaglie egli rivedeva tutti i sordomuti assenti e presenti stretti intorno a lui per le più belle rivendicazioni nel campo morale e sociale.
Egli ha donato alla Patria, ciò che di più caro aveva, ripetendo ancora una volta il magnifico gesto non lontano… quando l’Italia intervenne per soccorrere “il Belgio martire, la Francia invasa, l’Inghilterra minacciata”.
L’appello pieno d’ardente patriottismo lanciato dalla nostra Federazione a tutte le Associazioni federate per l’offerta dell’oro e dell’argento alla Patria, non può e non deve rimanere lettera morta, ma deve scendere profondamente nel cuore di tutti per renderli degni del sacrificio che la Patria immortale compie in quest’ora solenne.
No diserzioni!
La Patria in armi è tutta vibrante verso la vittoria.
Alimentiamo questa vittoria con l’oro e l’argento delle nostre case, con il cuore devoto, con l’anima appassionatamente resa per la resistenza.
No diserzioni!
Forgiamo con il ferro raccolto armi più forti per potenziare maggiormente la Patria, per diffenderla contro nemici lontani ed… eventualmente vicini, di Vittorio Ieralla, da La Voce del Sordomuto, giugno-ottobre 1935.
Successivamente, nel n.1 del gennaio-febbraio 1936 dell’organo ufficiale dei Sordomuti italiani: La Voce del Sordomuto diede la notizia su “Oro alla Patria”.
OFFERTE DI ORO ALLA PATRIA
L’appello lanciato con ardente amor patrio dal nostro giornale per la raccolta dell’oro e dell’argento da donare alla Patria è stato accolto con entusiasmo e con commozione fraternità da tutti i sordomuti d’Italia, i quali – ciascuno nel limite delle proprie possibilità – hanno dato quello che avevano di più caro, lieti d’aver contributo. Sia pure in minima parte, alla resistenza contro le esose ed obbrobriose sanzioni applicate ai danni del nostro Paese, esponente di millenaria civiltà.
L’offerta fatta dai sordomuti d’Italia ha in sé un grande significato, perché rivela, una volta di più. Quanto viva e profonda sia la loro fede nei futuri destini imperiali dell’Italia, quanto tenace sia la loro volontà di non rimanere indietro a nessuno nell’adempimento dei doveri verso la Patria. Essi che da decenni lottano disperatamente per avere il loro “posto al sole”, sentono in cuor loro quanto bella sia la lotta, quanto bello il sacrificio di donare tutto di sé stessi alla Patria, specie quanto la Patria è impegnata di fronte al mondo in una lotta meravigliosa giusta e santa.
Descriviamo le offerte fatte da singole associazioni dei sordomuti d’Italia, che sono un movimento di fervido patriottismo per lo slancio così generoso e spontaneo.
L’Associazione “Girolamo Cardano” fra i Sordomuti d’Italia di Milano ha offerto oltre che un notevole quantitativo di oro e d’argento da parte dei suoi aderenti, tutte le medaglie d’oro e d’argento che ricordano i gloriosi e non dimenticati giubilei e le offerte fatte alla più vecchia Associazione d’Italia per premiare la costanza e l’operosità senza limiti nel campo sociale.
Oltre a ciò il Dopolavoro dell’Associazione G.Cardano ha donato alla Patria le medaglie d’oro e d’argento conquistate dai giovani nelle competizioni sportive.
L’Ottavio Assarotti di Genova donò la sua medaglia d’oro, che è un ricordo del suo recente cinquantenario di operosa esistenza.
La San Giusto di Trieste ha unito all’offerta dell’oro e dell’argento anche la medaglia d’oro, che essa donò, anni or sono, in segno di memore gratitudine, al suo Maestro e Consigliere Cav. Prof. Giuseppe Calligaris, il quale con squisito e patriottico gesto volle offrirla alla Patria assieme all’oro offerto dai suoi allievi.
L’Associazione T.Silvestri di Roma ha già raccolto un notevole quantitativo di oro, d’argento, di bronzo e di altri metalli e lo consegnerà prossimamente alle Superiori Gerarchie.
La Lomellina di Vigevano, piccola e modesta Associazione ha offerto alla Patria le sue medaglie che testimoniano il cammino intensamente percorso dalla pur giovane Associazione.
L’Associazione Emiliana e Romagnola di Bologna, la Francesco Mangioni di Firenze, la Società di Palermo, la Società di M.S. di Alessandria, la Paolo Basso di Torino, la Società de La Spezia, tutte, con medaglie ed altre offerte d’oro e d’argento hanno dato alla Patria il loro contributo, con la spontaneità e la gioia derivale dalla giusta comprensione degli attuali importanti e delicati momenti.
E’ una piccola catena di offerte che testimonia il cuore generoso dei sordomuti d’Italia, e che dimostra come essi, pur vivendo senza le risorse sociali degli altri uomini, si sentano ugualmente attaccati al dovere verso la Patria.
La storia rimane la storia anche “dei Sordi”. Per approfondire su “oro alla patria” può consultare l’indice del motore di ricerca “Google” o altro.
Dove andò a finire l’oro offerto alla Patria?, bisognerebbe fare ricerche più approfondite navigando in altri siti della storia d’Italia, non quello del mondo dei sordi.
nw132 (2005)
Newsletter della Storia dei Sordi n.132 del 4 dicembre 2006