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Bellei Umberto, Artista Sordo modenese
Il Duomo e la Ghirlandina, che i Modenesi non conoscono. Opera di Umberto Bellei dal 1935 al 1945.
Le immagini del Duomo e della Ghirlandina di Modena che siamo soliti vedere sono riproduzioni delle medesime riprese nella loro dimensione reale.
Non è il caso delle immagini di questa raccolta che, invece, sono state effettuate riprendendo quello che riteniamo essere un esemplare assolutamente unico: un plastico che riproduce, in scala notevolmente ridotta e con straordinaria precisione, il Duomo di Modena.
Siamo particolarmente lieti di poter esporre alla visione, dopo un lungo e paziente restauro, questa opera di eccezionale valore tecnico ed artistico. Attraverso di essa rendiamo omaggio all’antico e immutato splendore del Duomo di Modena e all’animo sensibile di un amico fraterno, il modenese Umberto Bellei, ideatore e realizzatore del plastico.
Bellei Umberto
Ideatore e realizzatore del plastico, che conta cinquant’anni, fu il modenese Umberto Bellei. Egli nacque il 6 febbraio 1888 e morì il 27 luglio 1963.
Condusse un’esistenza modesta, proprio all’ombra del Duomo poiché abitava con la moglie ravennate, in Corso Canalchiaro al numero civico 91. Il suo lavoro consisteva nel confezionare scatole di cartone, assai richieste ed apprezzate dai negozianti del tempo.
Pare che sia stato uno dei pochi sordi, o forse l’unico, asaper esprimersi in dialetto modenese (fatto ancor più eccezionale se si considera che il Bellei era sordo dalla nascita).
A partire dal 1935 cominciò a dedicarsi intensamente al plastico della Ghirlandina cui seguì, circa tre anni dopo, quello del Duomo.
Dopo lunghi anni di lavoro, nel 1945, completò la realizzazione come la possiamo ammirare oggi. Durante quel periodo il Bellei era visto sostare più volte al giorno nei pressi del Duomo: quelle visite frequenti e apparentemente inspiegabili, gli erano necessarie per osservare attentamente la costruzione e poter prendere accuratamente nota dei dettagli che via via esaminava e confrontava con il plastico che stava realizzando nella vicina abitazione.
Durante il periodo bellico, le sue frequenti visite al Duomo suscitarono l’attenzione della polizia, che lo sospettava essere intento a preparare un attentato.
L’equivoco fu sciolto quando gli agenti, seguendo i suoi spostamenti, si recarono nella sua abitazione e la ispezionarono, trovando l’insolito cantiere al quale stava lavorando il Bellei. Pare che, anzi, l’episodio sia stato motivo di un amichevole brindisi con nocino modenese, offerto dal Bellei stesso.
Una volta concluso, il plastico non poté non destare l’attenzione delle Autorità pubbliche (il Comune, l’Amministrazione provinciale e la Prefettura) nonché di facoltosi modenesi disposti ad acquistarlo. Tuttavia, anche se i proventi di una vendita gli avrebbero potuto essere necessari, date le sue modestissime condizioni, il Bellei rifiutò ogni offerta.
E volle lasciarlo ai sordomuti come lui.
Egli aveva deciso di farne dono al Circolo Culturale e Ricreativo dei Sordomuti di Modena (la sede della Sezione Provinciale ENS di Modena, n.d.r.) al quale egli stesso apparteneva e dove, per suo volere, il plastico è stato ed è tuttora conservato.
La fama artistica e la stima delle qualità umane del Bellei, attraverso il ricordo di coloro che lo hanno conosciuto ed amato, si sono trasmessi fino a noi che, a nome di tutti loro, vogliamo renderGli onore.
Il Plastico
Durante il periodo nel quale il Bellei realizzò il plastico, il Duomo non si presentava come ai nostri giorni coperto come era da una patina scura e circondato da protezioni antiaeree in muratura.
Altre modifiche furono apportate con i restauri del dopoguerra, modifiche che amareggiarono il Bellei, il quale, avendo già completato il plastico, non poté riprodurle interamente.
A nostro parere queste imperfezioni, come le riteneva il Bellei, confermano il valore dell’opera e le sue abilità tecniche.
Il grado di perizia tecnica e abilità artistica del Bellei riscontrati nella riproduzione degli esterni, trova espressione originale nell’interno del Duomo. Da una delle finestre delle absidi l’osservatore può godere di una visione stupenda! Il Bellei infatti vi ha collocato tutto quanto aveva visto: dalle navate ai banchi, dal presbiterio alla cripta, dai pulpiti ai confessionali.
Per ovvi motivi le innovazioni introdotte dalle riforme liturgiche del Concilio Ecumenico Vaticano II che oggi vediamo, ad esempio la collocazione dell’altare, non sono state riportate nel plastico.
Misure del Plastico
Non potendo misurare le dimensioni del Duomo e della Ghirlandina con un semplice metro, il Bellei dovette ricorrere a tutte le astuzie del suo ingegno per riportare nel plastico le proporzioni reali.
Egli misurò realmente le dimensioni di un blocco marmoreo ed ottenne le dimensioni finali della costruzione moltiplicandole per il numero dei blocchi.
Ben più difficile dev’essere stato il procedimento per il calcolo delle misure del Rosone, il cui risultato rende onore al merito del Bellei: il diametro misura cm 14 ed è formato da una croce greca, dalla quale si irradiano 24 colonnine. Un disco di vetro riproduce i vetri del rosone, fra l’una e l’altra colonnina, e lascia intuire i quattro vetri istoriati con le figure dell’Eterno Padre, della Madonna, dell’Arcangelo Gabriele e di San Geminiano.
Sulla sommità della facciata è posta una statuetta di gesso alta 3 cm che rappresenta la statua marmorea dell’Angelo con un fiordaliso in mano. Infine il Protiro (di cm.3) è retto da due leoni stilofori alti 2 cm e mezzo.
I materiali usati
Negli anni trenta il Bellei non poteva rivolgersi a negozi specializzati per la realizzazione di modellini e, in ogni caso, sarebbe stato fortemente condizionato dalle sue modeste condizioni economiche.
Il Bellei quindi fece affidamento esclusivamente su materiali che poteva trovare in natura: legno, gesso, farina di frumento, cenere, ferro, cartone, e sabbia.
La base sulla quale è stato costruito il plastico è formata da una cassa di legno di quelle usate dai contadini per la vendemmia.
Le pareti, le scale, i piani, le colonne e i pilastri sono stati ottenuti da asticciole di legno provenienti da cassette di legno più leggero.
I ritagli di cartone e gli avanzi di lavorazione delle legatorie furono utilizzati per costruire le porte, le finestre, le absidi, le torrette, l’altare e i banchi.
Mescolata con acqua, la farina fu utilizzata per costruire i rilievi, i rosoni e le statuette.
La sabbia unita a cenere fu utilizzata per le parti coperte di una patina scura, absidi e parte inferiore della Ghirlandina.
Tutto il plastico fu ricoperto di sabbia proveniente dal litorale perché il suo luccichio e le sfumature dal bianco al rosso, meglio raffiguravano l’effetto cromatico dei blocchi di marmo del Duomo.
Con il gesso furono costruiti i leoni stilofori, le colonnine, i quattro bassorilievi della facciata e i rilievi esterni della Ghirlandina.
Il ferro, arroventato e battuto con un martello, fu utilizzato per i supporti della grondaia, i crocifissi, le ringhiere di protezione sul fossato, la cancellata della Porta dei Principi, le parti in ferro della Secchia rapita.
Le campanelle di bronzo della Ghirlandina furono un dono dell’allora Cappellano del Duomo: erano le campanelle usate dai chierichetti durante la Messa, al momento dell’elevazione dell’Ostia e del Calice.
Il plastico racchiude in sé ancora molti segreti riguardanti gli accorgimenti tecnici adottati dal Bellei. Essi, unitamente a quanto conosciamo, sono le dimostrazione più eloquente della fervida creatività del loro autore.
La pubblicazione edita nel 1990 è stata realizzata con il contributo degli Enti locali (Comune e Provincia di Modena) e delle aziende locali. ps069 (1990)
Duomo di Modena
Nel 1099 il popolo modenese unanimemente (Clero e cittadini) decideva di ricostruire il tempio per custodire la tomba del Santo Patrono. Per questo, il Duomo è chiamato “CASA DI SAN GEMINIANO” e per questo la Cattedrale modenese, che costituisce uno dei piu importanti tasselli della cultura romanica in Europa, dichiarato dall’UNESCO “Patrimonio dell’Umanità”, è così caro ai cittadini modenesi, così importante per la storia della fede delle terre emiliane e per la cultura italiana ed europea.
La storia del Duomo di Modena – Cronologia
397 Morte di San Geminiano, Vescovo ed evangelizzatore delle terre modenesi.
570 Epigrafe di Gundeberga (testimonianza della I Basilica).
883 (?) II Basilica ad Corpus per il culto del Santo e Patrono Geminiano.
1099 Fondazione della Cattedrale (Duomo). Lanfranco architetto, Wiligelmo scultore.
1106 Traslazione delle spoglie del Santo nella nuova cripta presenti Papa Pasquale II e Matilde di Canossa.
1184 Solenne consacrazione della Cattedrale alla presenza di Papa Lucio III.
Sec. XII-XIII Costruzione della Torre Campanaria o Civica.
1208-25 Bozalino “massaro del Santo”.
1231 Già esistente la Porta Regia.
Sec. XIII Lungo servizio presso il cantiere del Duomo di Anselmo da Campione e dei suoi discendenti.
1319 Completamento della Torre con la guglia.
1435-55 Costruzione delle colte (sul coro già eseguite nel 1444).
1529 L’Imperatore Carlo V prega nel Duomo.
1897-1925 Restauri del Duomo promossi da Tommaso Sandonnini.
1956 Restauri della cripta e apertura del Museo del Lapidario.
1975-1990 Campagna completa dei restauri esterni.
1988 Papa Giovanni Paolo II visita la Diocesi di Modena.
1997 Il Duomo e Piazza Grande sono dichiarati dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
1997-99 Celebrazioni millenarie (397,1099).
2000 Nell’anno del Grande Giubileo apertura del Museo del Duomo e riapertura del Museo Lapidario (i Musei del Duomo).
2003-2004 Lavori di revisione degli impianti luce e audio.
Fonte: Duomodimodena.it (agg.2006)
StoriadeiSordi: personaggi storici
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
Per qualsiasi segnalazione, rettifica, suggerimento, aggiornamento, inserimento dei nuovi dati o del curriculum vitae e storico nel mondo dei sordi, ecc. con la documentazione comprovata, scrivere a: info@storiadeisordi.it
“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini