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Carlo Amedeo Jucker. Educatore Sordo
SPIGOLATURE BIBLICHE. Pubblichiamo ben volentieri quanto si viene inviato dal collaboratore Carlo Amedeo Jucker (1), senza entrare in merito al testo sacro e alla sua traduzione. Rimane un’interpretazione privata dell’autore. Può servire ad invogliare i lettori a studiare i sacri testi e trovare in essa la vera sapienza. La direzione de “La Domenica del Sordomuto” (28 settembre 1952).
“””Carissimo Giovanni De Carlis,
sempre è cara la nostra conversazione. Abbiamo discusso della vita sociale e morale dei sordomuti. A un punto di questo nostro discorso, ti avevo confortato leggendoti un detto sapiensiale delle Sacre Scritture (Prev. 24,16).
Dopo il tuo commiato e nelle mie ore riposate, in proposito di quel punto sapiensiale che mi aveva tanto interessato, ho riletto con più attenzione la “Volgata” e ne ho confrontato con altre e diverse versioni, e ne sono rimasto molto sorpreso della tanta e sempre nuovissima saggezza di quelle parole dette da tre millenni.
Per la tua consolazione è per incitarti a continuare la tua via di apostolato con gli occhi sempre davanti a Dio e con il bene verso il prossimo, ti dedico questa mia versione.
C.A.J. – 12 settembre 1952
Il savio e lo stolto (Dai Proverbi, XXIV)
Non invidiare i malvagi
1. Non emulare gli uomini malvagi, e non desiderare di stare con essi;
2. perché la loro mente medita di rapine, e le loro labbra parlano di frodi.
Vantaggiose pratiche della sapienza
3. Con la sapienza si edificherà la casa, e con la prudenza si consoliderà;
4. con la scienza si riempiranno le stanze, di ogni sostanza preziosa e bellissima.
5. L’uomo sapiente è forte, e l’uomo detto è robusto e valido;
6. perché quando con disposizione s’inizia (una) guerra, e la salvezza sarò dove vi sono molti consigli;
7. E’ troppo alta la sapienza per lo stolto, in (foro) egli non aprirà la bocca sua.
I malvagi sono sempre disprezzati.
8. Chi pensa a far del male; sarà chiamato stolto;
9. il pensiero dello stolto è il peccato, il detrattore poi, è l’abominio degli uomini.
Non avvilirsi nelle avventure.
10. Se dispererai lasso nel giorno dell’angustia, andrà diminuendo la fortezza tua.
Soccorrere gli oppressi.
11. Salva quei che sono condotti alla morte, e non cessare di liberare quei che sono tratti al supplizio.
12. Se dirai; Le forze non bastano a colui che scruta i cuori, Costui conosce; e nulla sfugge all’Osservatore dell’anima tua, ed (Egli) renderà all’uomo secondo le sue opere.
La sapienza è sempre gioia.
13. Mangia, figlio mio, il miele, perché è buono, e il favo è dolcissimo al suo palato;
14. così tale la dottrina della sapienza all’anima tua, e quando l’avrai trovata, avrai speranza nei novissimi, e la tua speranza non perirà.
I cattivi per la loro malizia soccomberanno.
15. Non insidiare e né cercare l’empietà alla casa del giusto, e non disturbare la sua quiete;
16. perché sette volte il giusto cadrà e risorgerà; ma gli empi precipiteranno nel male.
Non godere delle disgrazie del tuo nemico.
17. Quando sarà caduto il tuo nemico, non godere, e della sua rovina non esulti il tuo cuore;
18. che il Signore non veda e gli dispiaccia, e trasporti da Lui (sopra di te) il suo sdegno.
Non indignarsi per la prosperità dei malvagi.
19. Non contendere con i prossimi e né emulare gli empi.
20. perché i malvagi non hanno la speranza del futuro, e la lucerna degli empi si estinguerà.
Temere Dio.
21. Temi il Signore, figlio mio, e il re, e non t’immischiare coi detrattori;
22. perché all’improvviso verrà la loro perdizione, e la rovina di entrambi chi la conosce?
Varie massime
23. Anche queste cose per i sapienti: Conoscere la persona in giudizio non è cosa buona.
24. Quelli che dicono all’empio: Tu sei giusto, il malediranno i popoli e li detesteranno le tribù.
25. Quelli che lo castigano, saranno lodati, e sopra di essi verrà la benedizione.
26. Bacerà (calorosamente) le labbra chi risponde le rette parole.
27. Prepara di fuori il lavoro tuo, è diligentemente eserciti il campo tuo, e poi edificherai la casa tua.
28. Non testimoniare inutilmente contro il prossimo tuo, non leccare qualcuno con le labbra tue.
29. Non dire: Come ha fatto a me, così farò a lui; renderò a ciascuno secondo il fatto suo.””””
(1) Educatore sordo. Fu Primo presidente dell’Azione Cattolica fra i Sordoparlanti (1921), fondata da Giovanni De Carlis, dopo due anni la sua Presidenza passò al medesimo Giovanni De Carlis. Fu Pittore che espose, negli anni trenta, i suoi pregiati quadri alla mostra a Firenze presso l’Istituto Nazionale Sordomuti. Negli anni cinquanta collaborò nella scuola professionale ENS per gli analfabeti di Milano, diretta da De Carlis.
Lavori eseguiti del Sordomuto Amedeo Carlo Jucker (medaglia d’oro) e Marchese M.Uberto Maglione (diploma 1° grado) all’esposizione degli artisti sordi presso l’Istituto Nazionale Sordomuti di Firenze (1932)
L’11 febbraio 1984, all’Ospedale di Bustio Arsizio, faceva ritorno alla Casa del Padre l’anima bella del carissimo nostro sordoparlante Juker Carlo Amedeo. Aveva 90 anni. Nacque a Villanova sul Clisi in provincia di Brescia, nel 1893. Ultimo di una numerosa famiglia di origine svizzera, dedita al lavoro e all’industria con apprezzatissimi stabilimenti a Castellana, Fagnano Olona e Milano.
La madre, molto pia, lo consacrò alla Vergine SS. Venerata nel vicino Santuario della «Madonna del Sordomuto» in Paitone.
All’età giusta lo affidava ai religiosi dell’Istituto Pavoni di Brescia, da dove passò al Regio Istituto Sordomuti di Milano, di cui ne era direttore l’esimio prof. Ferrero. Non contenta ancora dei risultati ottenuti, la madre ritenne opportuno una ulteriore educazione impartitagli da un valente maestro (probabilmente il maestro Perini) del Pio Istituto Sordomuti Poveri di Milano.
Terminato il corso per l’apprendimento della parola e della lettura labiale, sotto l’occhio vigile della madre, si avviò alla perfezione del disegno e della pittura, studiando all’Accademia delle Belle Arti; lui, autodidatta per natura, potrà così frequentare gli ambienti e scuole varie.
Nel 1918 cominciò a studiare filosofia e teologia – è lui stesso che lo confessa – «lo studio diventa per me qualcosa di arduo, di eroico: ma voglio riuscirvi». Prese in affitto alcuni locali di Via San Paolo a Milano e, nel chiuso del suo studio, andava arricchendosi sempre più di cognizioni e d’arte-
Conobbe il caro ed intelligente De Carlis quando questi, conosciuto Mons. Terruzzi, cominciò ad occuparsi dei problemi dei suoi fratelli, i sordoparlanti. Da allora la santa e feconda amicizia andò sempre più saldandosi.
Jucker – nonostante la contrarietà dei famigliari – si sposò con Luigia Bianchi, una signorina udente, intelligente, colta. Nulla valse a salvarla da un male maligno. Morì nel 1936.
Quando i fratelli vennero nella decisione di costruire una bella villetta perché Carlo Amedeo potesse lavorare e studiare a suo agio e vivere contento la sua vita, disse loro: «Fu sempre l’ardente mio desiderio, ne sono ben lieto e vi ringrazia di cuore, ma mandatemi un architetto di grido che possa realizzare le mie idee e le mie aspirazioni».
Nella nuova villetta tutto si aveva il proprio posto: la libreria occupava il posto privilegiato, la sala di pittura era tutta luce e offriva bellezza di vedute, lo studiolo raccolto e in semiluce. Era un vero santuario per chi ama il lavoro…la pace. Centinaia di quadri allineati in bell’ordine nelle capaci scansie.
E Jucker si sentiva veramente felice. Ci piace immaginarlo in questo suo ambiente: lascia il lavoro per correre allo scrittoio, prendere un foglio bianco e una penna per fermare un pensiero, un’idea che provvidenzialmente gli era passata per la mente ed è conferma delle verità di quanto aveva scritto. Ritornando al lavoro, il suo sguardo si ferma su di un quadro che da tempo non guardava perché era muto, non gli diceva nulla, imbraccia la tavolozza e passando il pennello su tutti i colori, ne risulta uno che lo soddisfa…una pennellata…un’ombra…. socchiude gli occhi e dice: Sì, bravo, adesso sei vivo anche tu, parla. Era un vero artista… che si comportava da artista.
Dall’apertura dell’Istituto Professionale maschile ENS – funzionante per i sordomuti analfabeti in reparto separato del vasto palazzo di Piazza Arduino, Milano, diretto da Giovanni De Carlis – alla sua chiusura (svolse la provvidenza opera sua per circa 20 anni) Carlo Amedeo, fu sempre presente ogni domenica mattina; e non solo di occupava di insegnamento religioso (spiegazione del Vangelo, relazioni morali, preghiere) ma si presentava anche ben volentieri a far da «padrino» ai sordi che si accostavano per la prima volta alla S.Comunione e offriva di tasca sua gite ai santuario della Madonna.
Fu Presidente dell’Azione Cattolica Sordoparlanti di Milano, consigliere della Benefica-Cardano e della Società Sportiva Silenziosa, membro del Consiglio di Presidenza ENS della provincia di Varese.
I suoi scritti l’hanno messo in relazione culturale con scrittori, pensatori, giornalisti, uomini di pensiero, di fede, di azione… e dal fuoco da lui accesso irradiava un calore benefico all’arte, alle scienze sacre, alla fede.
Lo possiamo dire veramente un «fuori serie» della categoria dei Sordi. E tutto in ragione della adamantina sua volontà. Amava, soprattutto la preghiera.
Da non dimenticare i molti scritti che diede alla stampa sulla filosofia, teologia ed arte. Partecipava a varie mostre coi suoi quadri: ebbe premi e riconoscimenti.
«Gli ultimi due mesi di vita è una affezionata nipote che lo dice – sono stati per lui una terribile sofferenza, ma ha sopportato tutto con grande fede, rassegnato e paziente».
I funerali, svoltisi a Fagnano Olona (Varese) il 13 febbraio 1984. furono modesti. Come modesta volle tutta la sua vita. La sua forza di volontà va ricercata nella sua vita d’asceta, la sua modestia veniva dal silenzio in cui ha voluto avvolgere le sue belle doti di ricercatore, di studioso, d’artista. Presenti solo una decina di sordoparlanti… mentre tanti erano quello che lo conoscevano e lo stimavano. Non vi poteva mancare la vedova dell’amico suo più caro, De Carlis, con le sue tre figliole. Presente il rettore del Pio Istituto Sordomuti di Milano (Don Emilio Puricelli, n.d.r.), in rappresentanza anche dei suoi sacerdoti che benedisse la salma prima della chiusura del cofano e concelebrò col Parroco.
Con parola commossa il Parroco disse della luce divina che irradiava da quell’anima bella, luce che rifletteva su tutti quelli che conosceva , della sofferenza, dell’amore e dello studio che aveva della Parola di Dio, della sua preghiera, della corona del Rosario che gli aveva sempre fra le mani.
Lascia nipoti e pronipoti. A loro le nostre cordiali condoglianze . I nostri cari sordoparlanti lo ricordino nelle loro preghiere e, soprattutto, sappiano imitarne la vita veramente cristiana. E’ sepolto nel cimitero di Fagnano Olona.
Riposi in pace nell’attesa del grande premio che Iddio assicura con amore ai suoi fedeli discepoli (*).
Autore: d.g.b. (Don Giulio Broggi, n.d.r.)
Fonte: Giulio Tarra, marzo 1984.
Segnalato: Biblioteca Storica “Casa del Sordoparlante”, Milano.
(*) Le notizie della sua vita le abbiamo dalla nostra ex allieva la buona e brava Angela De Carlis, seconda moglie del defunto comm. Giovanni De Carlis, amico intimo per tutta la vita del caro Jucker.
ps062 (agg.2007)
STORIADEISORDI: PERSONAGGI STORICI