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Sordità

Introduzione; Principali tipi di sordità; Cenni storici; Sistemi di comunicazione

1) Introduzione
Sordità Condizione patologica caratterizzata dalla perdita parziale (ipoacusia) o totale dell’udito. La sordità influisce profondamente sulle funzioni sociali dei non udenti e colpisce soggetti di ogni età. I soggetti con sordità profonda non traggono alcun beneficio dall’amplificazione meccanica dei suoni, mentre i pazienti con sordità parziale spesso sono aiutati dalle protesi acustiche.

2) Principali tipi di sordità
È possibile descrivere due tipi fondamentali di sordità. La sordità di conduzione è causata da malattie o da ostruzione dell’orecchio esterno o medio, che impediscono ai suoni di raggiungere i recettori acustici; in genere, non è grave e spesso può essere corretta con terapie mediche o chirurgiche. Il secondo tipo, la sordità neurosensoriale, è causata da lesioni della chiocciola, del nervo acustico o delle vie nervose acustiche. Questa perdita dell’udito riguarda alcune frequenze sonore più di altre, cosicché la percezione dei suoni è distorta anche quando il livello sonoro è amplificato; in questi casi, le protesi acustiche possono non risultare utili.

La sordità è in genere dovuta a malattie o traumi, o può essere ereditaria. L’esposizione frequente o continua a livelli sonori superiori a 85 decibel (dB) può, che può verificarsi ad esempio in particolari ambienti di lavoro, può causare perdita progressiva e grave dell’udito; in tal senso, la sordità può costituire una malattia professionale.

3) Cenni storici
Fino a tutto il Medioevo era opinione comune che i non udenti non fossero in grado di imparare alcun linguaggio, né di ricevere alcuna forma di istruzione. Entro il XVI secolo, tuttavia, alcuni filosofi ed educatori avevano iniziato a considerare le condizioni dei non udenti sotto un’altra luce. Il monaco benedettino spagnolo Pedro de Ponce è considerato il primo insegnante di studenti sordi, mentre Juan Paulo Bonet, anch’egli spagnolo, scrisse nel 1620 il primo libro sull’educazione dei non udenti, basata su un alfabeto manuale simile a quello in uso attualmente.

Nel XVIII secolo vennero fondate scuole per bambini sordi dall’abate Charles-Michel de L’Epée, in Francia, e dall’educatore Samuel Heinicke, in Germania. Risale a quest’epoca la controversia, ancora in corso, se l’insegnamento ai bambini non udenti debba essere impartito con metodi orali (lettura delle labbra e linguaggio) o manuali (lingua dei segni). Benché l’abate de L’Epée fosse un fautore del metodo manuale e Heinicke di quello orale, entrambi conoscevano e studiavano l’uno i metodi dell’altro.

Sebbene la sordità non influisca sulla capacità di apprendimento, i bambini che perdono l’udito molto precocemente possono non percepire gli stessi stimoli linguistici dei bambini udenti e il ritardo nell’apprendimento del linguaggio può far sì che il progresso scolastico dei bambini non udenti sia più lento di quello dei coetanei udenti. Tuttavia, i bambini non udenti che ricevono stimoli linguistici precoci tramite la lingua dei segni raggiungono in genere un buon livello di scolarità.

4) Sistemi di comunicazione
Nelle scuole e nei corsi per bambini non udenti viene usata sempre più comunemente la della tecnica della comunicazione totale, che incoraggia l’uso combinato di qualunque metodo di comunicazione sia adatto per il bambino: lingua parlata, lettura delle labbra, lingua dei segni, linguaggio delle dita, mezzi elettronici di comunicazione, mimo, gesti, lettura e scrittura.

Il linguaggio delle dita (dattilologia) è un sistema in cui le posizioni della mano e delle dita corrispondono alle lettere dell’alfabeto scritto. La lingua dei segni è un linguaggio basato su un insieme di gesti e regole grammaticali. I segni sono unità simili alle parole, con significati sia astratti sia concreti, e vengono eseguiti con una o entrambe le mani, che assumono posizioni e movimenti ben precisi. La grammatica della lingua dei segni è costituita dalle relazioni spaziali, dalla direzione e dall’orientamento dei movimenti delle mani, nonché dalle espressioni del volto e dai movimenti del corpo.

“Comunicazione orale” è l’espressione usata dagli educatori per indicare l’insegnamento del linguaggio come abilità espressiva ai bambini non udenti; significa che il linguaggio e la lettura delle labbra sono gli unici mezzi di comunicazione usati per la trasmissione di pensieri e idee.

Come citare l’articolo:
“Sordità,” Microsoft® Encarta® Enciclopedia Online 2007

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