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Fondo non autosufficienza: indennità di accompagnamento e di comunicazione
Non autosufficienza: al vaglio della Camera otto proposte di legge
I progetti si differenziano in particolare sulle modalità di finanziamento del Fondo. Zanotti e Bindi (Ulivo): nuova imposta e utilizzo delle indennità di accompagnamento e di comunicazione; Castellani (An): contributo di solidarietà
Si differenziano in particolare sulle modalità di finanziamento del Fondo sulla non autosufficienza le otto iniziative legislative al vaglio della commissione Affari sociali di Montecitorio. Due proposte di legge, quelle promosse Katia Zanotti dell’Ulivo e dal ministro Rosy Bindi, prevedono per il finanziamento infatti l’adozione di una nuova imposta addizionale e l’impiego delle risorse destinate all’erogazione delle indennità di accompagnamento e di comunicazione, che rimangono inalterate; una pluralità di finanziamenti derivanti dal contributo di solidarietà ex legge n. 311 del 2004, da contributi della comunità europea e di privati e dalle somme attualmente stanziate per gli assegni di accompagnamento e disabilità sono presenti invece nella proposta di iniziativa popolare, in un altro testo presentato da Katia Zanotti e in un’iniziativa a firma di Pino Sgobio del Pdci. E ancora l’istituzione di una nuova assicurazione obbligatoria è parte integrante della proposta avanzata dall’azzurro Domenico Di Virgilio mentre l’introduzione di un contributo di solidarietà è la ricetta di Carla Castellani (An) per garantire risorse al Fondo. Non solo. Tra le misure promosse per i finanziamenti ci sono anche la previsione di un contributo per la non autosufficienza a carico dei titolari della tessera sanitaria, presente nell’iniziativa leghista che vede come primo firmatario Massimo Garavaglia e l’utilizzo di una quota del gettito dell’8 per mille e di contributi privati, in un altro testo proposto dallo stesso deputato del Carroccio; stanziamenti obbligatori a carico di Stato, province ed enti locali infine nella proposta di legge depositata alla Camera da Luca Volontà dell’Udc.
Ieri è intanto proseguito l’esame dei provvedimenti e la commissione ha disposto l’abbinamento dell’esame della petizione promossa da numerosi cittadini che chiedono l’istituzione di un sistema di protezione sociale e cura delle persone anziane non autosufficienti e delle varie proposte legislative in campo, ultima delle quali in ordine di arrivo quella del ministro per le Politiche della famiglia Rosy Bindi.
L’ulivista Zanotti, che ha illustrato le diverse proposte, ha anche ricordato come l’obiettivo centrale della discussione sia quello di rafforzare i diritti soggettivi delle persone non autosufficienti, rendendo esigibile il diritto alla prestazione. La parlamentare dell’Unione ha ricordato che alcune delle iniziative sono volte a promuovere una disciplina dei livelli di assistenza per i soggetti non autosufficienti, la cui definizione puntuale è affidata a seconda del testo: ad un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri; ad un Piano nazionale nel campo della non autosufficienza, ad un decreto legislativo del Governo. Altre proposte sono indirizzate soprattutto a finanziare interventi per favorire l’inserimento sociale dei soggetti con disabilità o ancora a promuovere l’innovazione tecnologica nel campo del sostegno alle persone disabili.
L’esponente dell’Ulivo ha infine ricordato “la grande sensibilità registrata sul tema della non autosufficienza dalla Commissione, incalzata anche da una pressione dei sindacati e delle diverse associazioni”, e ha voluto sottolineare l’esigenza di mantenere un raccordo forte con le proposte di legge di iniziativa popolare presentate nel corso della precedente legislatura.
Fondo per la non autosufficienza: la proposta del ministro
Istituire, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Fondo per il sostegno delle persone non autosufficienti, al fine di incrementare il sistema di protezione sociale e di cura per le persone non autosufficienti. Questa il progetto della proposta di legge presentata dal ministro per le politiche della famiglia Rosy Bindi e appena depositata alla Commissione affari sociali di Montecitorio
Istituire, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Fondo per il sostegno delle persone non autosufficienti, al fine di incrementare il sistema di protezione sociale e di cura per le persone non autosufficienti. Ecco cosa prevede la proposta di legge presentata dal ministro per le Politiche per la Famiglia Rosy Bindi nel testo appena assegnato alla commissione Affari sociali di Montecitorio.
Il Fondo dovrà servire a: erogare l’indennità di accompagnamento; potenziare la rete dei servizi ed erogare le prestazioni assistenziali attraverso la realizzazione di progetti individuali per le persone non autosufficienti; erogare titoli per la fruizione di prestazioni sociali ed assegni di cura commisurati alla gravità del bisogno; erogare le risorse necessarie al pagamento della quota sociale a carico dell’utente in caso di ricovero; sviluppare iniziative di solidarietà, anche con l’intervento delle organizzazioni di volontariato. I destinatari potenziali del Fondo sono rappresentati dalle persone non autosufficienti, disabili totali e con disabilità severa, stimati pari a circa il 2 per cento della popolazione complessiva, in buona parte ultra sessantacinquenni.
Il Fondo dovrà essere finanziato da una imposta addizionale sui redditi delle persone fisiche e delle società, graduata in relazione ai diversi scaglioni di reddito e con la previsione dell’esenzione dall’imposizione per i redditi medio-bassi. Al Fondo, inoltre, affluiscono le risorse destinate all’erogazione ai soggetti beneficiari dell’indennità di accompagnamento e di comunicazione.
Fonte: Superabile
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CAMERA DEI DEPUTATI – XV LEGISLATURA – XII Commissione (Affari sociali) – Resoconto di martedì 26 settembre 2006
SEDE REFERENTE
Martedì 26 settembre 2006. – Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ. – Intervengono il Ministro delle politiche per la famiglia Rosy Bindi e i sottosegretari di Stato per la salute Antonio Gaglione e per la solidarietà sociale Franca Donaggio.
Istituzione di un Fondo nazionale per i non autosufficienti.
C. 11 Iniziativa popolare, C. 422 Zanotti, C. 557 Volontè, C. 1228 Sgobio, C. 1248 Zanotti e Lucà, C. 1295 Di Virgilio, C. 1355 Garavaglia e C. 1356 Garavaglia.
(Seguito dell’esame e rinvio – Abbinamento delle proposte di legge C. 422 Zanotti, C. 1228 Sgobio, C. 1248 Zanotti e Lucà, C. 1295 Di Virgilio, C. 1355 Garavaglia, C. 1356 Garavaglia e della petizione n. 32)
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 13 luglio 2006.
Mimmo LUCÀ, presidente, avverte che sono state assegnate alla Commissione, in sede referente, le proposte di legge C. 422 Zanotti, C. 1228 Sgobio ed altri, C. 1248 Zanotti e Lucà, C. 1295 Di Virgilio, C. 1355 Garavaglia e C 1356 Garavaglia: poiché le suddette proposte di legge vertono su materia identica a quella delle proposte di legge C. 11 e C. 557, ha disposto l’abbinamento delle stesse ai sensi dell’articolo 77, comma 1, del regolamento. Avverte inoltre che in data 19 settembre 2006 è stata assegnata alla Commissione la petizione n. 32 del signor Aldo Zappaterra e di numerosi altri cittadini, i quali chiedono un provvedimento legislativo per l’istituzione di un sistema di protezione sociale e cura delle persone anziane non autosufficienti: poiché ritiene che le necessità esposte nella citata petizione possano essere utilmente valutate nell’ambito dell’esame delle proposte di legge C. 11 e C. 557, propone di procedere all’abbinamento della petizione alle predette proposte di legge, ai sensi dell’articolo 109, comma 2, del regolamento.
La Commissione concorda.
Katia ZANOTTI (Ulivo), relatore, rileva innanzitutto che la Commissione dispone delle risultanze di un lungo, intenso e convinto lavoro condotto nella scorsa legislatura, il quale ha fatto sì che si addivenisse a un testo condiviso a larghissima maggioranza dalla Commissione: tale testo è stato sostanzialmente riproposto in questa legislatura dalle proposte di legge C. 290 Bindi (non ancora assegnata alla Commissione) e C. 1248 Zanotti-Lucà.
Ricorda poi che, nella scorsa legislatura, fu rilevato che chi ha responsabilità di governo della cosa pubblica non può più sottrarsi al compito di promuovere politiche che mirano ad estendere significativamente la rete dei servizi per fornire risposte ai bisogni quotidiani di ogni singola persona non autosufficiente, potenziando ed aggiornando un sistema di servizi che deve essere qualitativamente diverso dal passato, basato su un forte coordinamento ed un’integrazione delle politiche sociosanitarie, in grado di offrire una maggiore possibilità di scelta agli utenti e di intervenire sulla base di progetti individuali personalizzati.
Rileva quindi come l’obiettivo che si persegue oggi, iniziando l’esame del provvedimento che istituisce il Fondo nazionale a sostegno delle persone non autosufficienti, sia quello di aumentare in misura consistente il numero delle persone non autosufficienti che possono beneficiare delle prestazioni assistenziali, sì da pervenire ad un universalismo vero, e potenziare tanto l’opportunità di assistenza a domicilio e sul territorio, superando la frammentarietà e i forti squilibri territoriali che sino ad ora hanno contraddistinto la rete dei servizi esistenti, quanto l’offerta di sostegno economico alle famiglie; l’obiettivo è insomma quello di rafforzare i diritti soggettivi delle persone non autosufficienti, rendendo esigibile il diritto alla prestazione.
Osserva quindi come, in questa prospettiva, il tema delle risorse finanziarie a disposizione diventi dirimente per chiunque si accinga alla predisposizione di un efficace e non propagandistico intervento legislativo che si proponga di rendere davvero praticabili tutele e sostegni.
Ricorda come, in altri Paesi europei, la discussione duri da anni e i modelli di intervento adottati siano già in corso di correzione alla luce delle esperienze effettuate: in alcuni Paesi, si è deciso di socializzare il rischio o ricorrendo ad un sistema di tipo assicurativo pubblico, obbligatorio o contributivo, o ad uno tipo universale, coperto da specifiche entrate fiscali; in altri Paesi si è prevista una compartecipazione alla spesa degli utenti e in altri ancora si è proceduto alla privatizzazione dell’assistenza. Osserva quindi come da tempo, in Europa, operino schemi di intervento di cui si potrà misurare l’efficacia e il livello di gradimento dei cittadini; l’Italia, invece, è ancora indietro.
Fa notare poi che il tema della redistribuzione delle risorse pubbliche esistenti secondo nuove priorità, nonché il nodo delle risorse aggiuntive rispetto a quelle oggi disponibili, è innegabilmente di non facile soluzione per tutte le forze politiche che hanno presentato in Parlamento proposte di legge sul tema del sostegno alla non autosufficienza. Ritiene che tale questione richieda soluzioni inedite in ordine all’innovazione del welfare, che deve condurre a profondi cambiamenti in tutto il sistema delle prestazioni, a partire dal perseguimento delle integrazioni sul fronte istituzionale, finanziario, organizzativo e professionale: in buona sostanza, la crescita delle risorse per il sostegno alle persone non autosufficienti non può non avere come finalizzazione anche una riforma delle politiche e una profonda innovazione nelle modalità di fornitura delle prestazioni. Osserva che sarebbe infatti rovinoso non accompagnare un consistente investimento di risorse con un forte ripensamento delle politiche che metta al centro i diritti esigibili delle persone e quindi la certezza e la personalizzazione delle risposte: ci si trova nella situazione abbastanza paradossale che se ci fosse già oggi il fondo, non ci sarebbe ancora una rete adeguata in grado di utilizzarlo.
In ordine agli effetti finanziari dell’invecchiamento della popolazione in Italia, ricorda che un recente studio della Commissione europea mostra come l’impatto demografico sui sistemi sanitari e assistenziali sarà molto forte: la spesa pubblica registrerà in Italia una percentuale intorno al 7,5 per cento del PIL: al riguardo, va sottolineato che il più del 90 per cento dell’incremento è attribuibile alla maggiore spesa per gli ultraottantenni. Ricorda quindi che, nella scorsa legislatura, l’allora opposizione calcolò un fabbisogno di risorse che si aggirava intorno ai 7-8 miliardi di euro l’anno, al quale si riteneva di far fronte mediante il ricorso alla fiscalità generale, ipotizzando addizionali espressamente finalizzate a obiettivi sociali e di solidarietà.
Osserva poi che il fenomeno della non autosufficienza, secondo i dati dell’ISTAT, coinvolge in Italia circa 2.800.000 persone, pari al 5,2 per cento della popolazione dai sei anni in su; la quasi totalità di questi soggetti vive in casa, mentre i rimanenti sono ospiti di strutture residenziali; circa il 44 per cento dei non autosufficienti residenti in casa risulta, nella terminologia ISTAT, «confinato» cioè non in condizione di uscire di casa senza aiuto; di questi, circa 500mila sono «immobilizzati» a letto o su una sedia a rotelle e 350 mila presentano un grado di non autosufficienza grave.
Ricorda che la distribuzione per età mostra come la non autosufficienza interessi soprattutto, anche se non esclusivamente, gli anziani: gli ultrasessantacinquenni costituiscono oltre il 70 per cento dei disabili, con una concentrazione relativa sulle forme più gravi; molto diffusa tra i non autosufficienti, soprattutto nei grandi centri urbani, è la condizione di single e quella di famiglia con due soli componenti.
Rileva quindi come, nel complesso, la famiglia costituisca ancora oggi la principale risorsa a disposizione delle persone disabili ed anziane per fronteggiare la non autosufficienza, e come i costi della cura siano sostenuti principalmente dalle stesse famiglie attraverso il ricorso ai familiari oppure al lavoro privato di cura – in gran parte sommerso – e poco possono al momento le indennità di accompagnamento.
Ricorda poi il ruolo delle 900 mila badanti che sarebbero presenti in Italia e che, secondo uno studio della Bocconi, costituirebbero un «esercito di convenienze nascoste»: esse lavorano in nero o con contratti di venticinque ore, non hanno tempo libero, vorrebbero cambiare lavoro e non frequentano corsi di formazione. Ritiene che le istituzioni e le forze sociali dovrebbero essere più attente alle problematiche dell’«esercito invisibile» delle badanti e che sia necessaria una legge che le riconosca, dia dignità al loro lavoro, le valorizzi, le aiuti a formarsi, dia certezze alle famiglie.
Desidera poi sottolineare la grande sensibilità registrata sul tema della non autosufficienza dalla Commissione, incalzata anche da una pressione dei sindacati e delle diverse associazioni, e segnalare l’esigenza di mantenere un raccordo forte con le proposte di legge di iniziativa popolare presentate nel corso della precedente legislatura.
Con riferimento al complesso delle proposte di legge in esame, desidera anzitutto segnalare che esse stanziano risorse finanziarie, nella gran parte dei casi attraverso l’istituzione di appositi fondi, per migliorare il sistema di protezione sociale a favore dei soggetti non autosufficienti, integrando i servizi e le prestazioni del Servizio sanitario nazionale nel campo della prevenzione, cura e riabilitazione.
Dopo aver precisato che nell’illustrare le proposte di legge terrà conto anche di quelle non ancora assegnate (C. 290 e C. 1348), ricorda che alcune delle proposte sono volte altresì a promuovere una disciplina dei livelli di assistenza per i soggetti non autosufficienti, la cui definizione puntuale è affidata: ad un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (C. 1248 e C. 290); ad un Piano nazionale nel campo della non autosufficienza (C. 11, C. 422 e C. 1228); ad un decreto legislativo del Governo (C. 1295 e C. 1348); altre proposte sono indirizzate soprattutto a finanziare interventi per favorire l’inserimento sociale dei soggetti con disabilità (C. 557) ovvero a promuovere l’innovazione tecnologica nel campo del sostegno alle persone disabili (C. 1356).
Osserva quindi che diverse sono le modalità di finanziamento dei fondi per la non autosufficienza: si prevede infatti una nuova imposta addizionale e l’impiego delle risorse destinate all’erogazione delle indennità di accompagnamento e di comunicazione, che rimangono inalterate (C. 1248 e C. 290); una pluralità di finanziamenti derivanti dal contributo di solidarietà ex legge n. 311 del 2004, da contributi della comunità europea e di privati e dalle somme attualmente stanziate per gli assegni di accompagnamento e disabilità (C. 11, C. 422 e C. 1228); l’istituzione di una nuova assicurazione obbligatoria (C. 1295); l’introduzione di un contributo di solidarietà (C. 1348); la previsione di un contributo per la non autosufficienza a carico dei titolari della tessera sanitaria (C. 1355); utilizzo di una quota del gettito dell’8 per mille e di contributi privati (C. 1356); stanziamenti obbligatori a carico di Stato, province ed enti locali (C. 557).
Passando a un’analisi più puntuale delle singole proposte di legge, si sofferma inizialmente sulle proposte C. 1248 e C. 290, composte di sei articoli, che ripropongono sostanzialmente i contenuti del testo unificato approvato dalla Commissione nella passata legislatura (C. 2166-A). Ricorda che, a tal fine, le due proposte di legge disciplinano: l’istituzione, presso il Ministero della solidarietà, di un Fondo per il sostegno delle persone non autosufficienti (con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri saranno disciplinati i livelli essenziali di assistenza e le prestazioni del Fondo, che non sostituiscono quelle sanitarie – articolo 1); le finalità del Fondo, fra le quali il potenziamento della rete dei servizi e la realizzazione di progetti individuali per le persone non autosufficienti (articolo 2) oltre che benefici economici e sollievo delle spese delle famiglie; le procedure per il riparto del Fondo fra le regioni, la gestione ed il controllo delle risorse, l’individuazione dei soggetti che possono beneficiare del Fondo (articolo 3); la dotazione del Fondo, costituita dal gettito di una nuova imposta addizionale (le risorse destinate all’erogazione delle indennità di accompagnamento e di assicurazione – articoli 4 e 5 – entrano a far parte del Fondo rimanendo inalterata, anche nelle modalità di erogazione, la loro natura di intervento di sostegno e riconoscimento di un diritto soggettivo); la possibilità per le regioni di istituire una addizionale regionale aggiuntiva, nella misura massima dello 0,5 per cento, per le finalità del Fondo (articolo 6).
Più in dettaglio, desidera sottolineare i seguenti aspetti: le risorse del Fondo di sostegno per le persone non autosufficienti, di cui all’articolo 1, sono destinate a coloro che «hanno subito una riduzione dell’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione»; con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, d’intesa con la Conferenza unificata, sono definiti, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge, i livelli essenziali delle prestazioni socio-assistenziali per le persone non autosufficienti e i relativi parametri; le prestazioni del Fondo non sono sostitutive di quelle sanitarie e sono finalizzate ad interventi nel campo dell’assistenza integrata socio-sanitaria.
Rileva che le proposte indicano altresì, all’articolo 2, le prestazioni e i servizi a carico del Fondo: indennità di accompagnamento e di comunicazione; potenziamento della rete dei servizi; progetti individuali per le prestazioni assistenziali; benefici economici per la fruizione di prestazioni sociali e di cura ed il pagamento della quota sociale a carico dell’utente in caso di ricovero in una residenza sanitaria assistita o in strutture similari; iniziative di solidarietà per favorire la vita dei disabili all’interno delle loro famiglie, da realizzare con la collaborazione del volontariato e delle ONLUS.
Osserva poi che il funzionamento del Fondo è regolato, in base all’articolo 3, da un decreto emanato dal Ministro delle solidarietà sociale, di concerto con i Ministri della salute e dell’economia e delle finanze e d’intesa con la Conferenza unificata, che ne determina, tra l’altro, le modalità e i criteri di gestione.
Ricorda che la dotazione del Fondo è costituita, in base agli articoli 4 e 5, dalle risorse destinate all’erogazione delle indennità di accompagnamento e di comunicazione nonché da una nuova imposta addizionale, disciplinata con decreto legislativo, secondo i seguenti criteri e principi direttivi: esenzione dei redditi medio-bassi e applicazione al reddito delle persone fisiche e delle società, limitatamente agli anni 2007 e 2008, di un incremento medio dello 0,75 per cento, differenziato in relazione ai diversi scaglioni di reddito (a decorrere dall’anno 2009, la misura dell’addizionale e dell’esenzione è determinata annualmente dalla legge finanziaria).
Rileva infine che, per le finalità di cui alle citate proposte di legge, le regioni possono, in base all’articolo 6, prevedere addizionali regionali aggiuntive, nella misura massima dello 0,5 per cento.
Passando a considerare le proposte C. 11, C. 422 e C. 1228, desidera evidenziare che esse, composte di dieci articoli, disciplinano una serie d’interventi a favore delle persone non autosufficienti, da inquadrare fondamentalmente nei seguenti ambiti: istituzione di un Fondo nazionale per la non autosufficienza, di cui beneficiano non solo i cittadini italiani, ma anche gli appartenenti agli Stati dell’Unione europea e gli stranieri residenti nel territorio nazionale (articoli 1 e 8); definizione dei requisiti per accedere al Fondo e delle forme di tutela dei diritti esigibili (articoli 2 e 7); previsione di un Piano nazionale per la non autosufficienza, all’interno del quale sono definiti tra l’altro i nuovi livelli di assistenza e le modalità di gestione del Fondo (articoli 3 e 5); individuazione delle strutture preposte all’erogazione delle prestazioni (articolo 6); definizione delle forme di finanziamento del Fondo e delle modalità di riparto delle risorse (articolo 9); previsione di eventuali fondi integrativi regionali (articolo 10).
Quanto alla proposta C. 1295, ricorda che essa, composta di dieci articoli, disciplina le tutele socio-sanitarie in favore delle persone non autosufficienti ed istituisce un Fondo nazionale di solidarietà. In particolare, osserva che la proposta in esame prevede: l’istituzione di un Fondo nazionale di solidarietà, i cui beneficiari sono le persone non autosufficienti, indipendentemente dal reddito o dal versamento di contributi (articoli 1 e 2); l’indicazione delle prestazioni e dei servizi finanziati con le risorse del Fondo (articolo 3); livelli aggiuntivi di assistenza che regioni, province autonome ed enti locali possono erogare anche al fine di favorire la permanenza di persone non autosufficienti nel proprio domicilio o presso il nucleo familiare (articolo 4); l’istituzione in ogni distretto sanitario di una centrale operativa territoriale al fine di valutare e monitorare le esigenze delle persone non autosufficienti (articolo 5); una delega al Governo per la definizione del funzionamento del Fondo, del suo finanziamento (attraverso un’assicurazione obbligatoria) e dei livelli essenziali di assistenza (articoli 6 e 7); la promozione di attività di ricerca e di sperimentazione per contrastare le malattie e le condizioni patologiche relative alla condizione di non autosufficienza (articolo 9).
Quanto alla proposta C. 1355, ricorda che essa, composta di sette articoli, intende ampliare i diritti di cittadinanza delle persone non autosufficienti; a tal fine, la proposta disciplina: i requisiti generali e le procedure per il riconoscimento della non autosufficienza, necessario per accedere ai programmi di assistenza previsti (tale riconoscimento può essere richiesto dal soggetto interessato o dal suo tutore, nonché dal medico di medicina generale – articolo 1; un progetto di vita individualizzato per le persone non autosufficienti, quale prestazione aggiuntiva rispetto a quelle di tipo socio-sanitario già incluse nei LEA (articolo 2), definito nei contenuti, nelle procedure di elaborazione e di attuazione, in cui sono comprese anche le relative prestazioni socio-sanitarie (articolo 4); l’istituzione di unità operative semplici per la non autosufficienza, presso le aziende sanitarie locali, deputate alla elaborazione e attuazione degli interventi di sostegno (articolo 3); le citate unità operative predispongono anche una relazione annuale sull’attività svolta (articolo 5); la facoltà di regioni, province autonome ed enti locali di definire livelli aggiuntivi di assistenza rispetto a quelli garantiti dalla legge (articolo 6); un nuovo contributo per la non autosufficienza a carico di tutti i titolari di tessera sanitaria, il cui ammontare per il primo anno di attuazione della normativa è fissato in 30 euro pro capite (articolo 7).
Fa quindi presente che la proposta di legge C. 557, composta di nove articoli, intende ampliare la gamma di strumenti volti a favorire l’inserimento dei soggetti portatori di gravi deficit fisici, psichici e sensoriali in attività socio-educative ed occupazionali; in particolare si disciplina: le categorie dei soggetti aventi diritto a nuove forme di sostegno (articolo 2); la realizzazione di centri socio-riabilitativi ed educativi diurni, organizzati e monitorati dagli enti locali (articoli 3, 4 e 8); le procedure per la definizione da parte delle ASL di un piano di attività occupazionale individualizzato (articolo 5); l’obbligo degli enti locali e delle ASL di stanziare risorse finanziarie per le finalità della legge; il contributo annuale dello Stato è stabilito dalla legge finanziaria (articoli 6 e 7).
Infine, ricorda che la proposta di legge C. 1356, composta di due articoli, istituisce il Fondo per l’autonomia delle persone disabili, al fine di potenziare la ricerca e la diffusione delle tecnologie compensative per l’integrazione sociale delle persone disabili.
Ritiene che ora si tratti di ricomporre in un testo unificato, se vi è accordo, le diverse proposte e che le condizioni per trovare una buona sintesi ci siano tutte. Osserva che il tema aperto rimane il finanziamento del fondo e le diverse ipotesi prospettate nelle proposte di legge: si tratta di dare certezza di risorse e consolidare nel tempo il fondo, obiettivo per il quale è indispensabile la relazione con il Governo a partire dal prossimo disegno di legge finanziaria.
Il Ministro Rosy BINDI si riserva di intervenire in sede di replica.
Domenico DI VIRGILIO (FI), riservandosi di intervenire più diffusamente nel prosieguo dell’esame, esprime apprezzamento per la relazione del deputato Zanotti, che ringrazia. Desidera quindi richiamare l’attenzione dei colleghi sulla necessità di definire con precisione l’ambito di applicazione della legge, stabilendo in particolare se essa debba applicarsi soltanto alle persone anziane o anche a soggetti che, per diversa ragione, debbano considerarsi non autosufficienti. Sottolinea poi i problemi connessi al finanziamento del fondo per la non autosufficienza, dichiarando comunque di non essere d’accordo con l’ipotesi di farvi confluire l’indennità di accompagnamento. Rileva infine l’importanza dei tempi con cui si procederà all’approvazione e successivamente all’attuazione del provvedimento in esame.
Giuseppe PALUMBO (FI), dopo avere espresso apprezzamento per la relazione del deputato Zanotti, dichiara di condividere il richiamo del collega Di Virgilio alle difficoltà connesse con la precisa individuazione dei destinatari del provvedimento. Ricorda in proposito come, nella scorsa legislatura, si fosse partiti da una limitazione della platea di beneficiari alle solo persone anziane, per poi procedere ad un progressivo ampliamento delle categorie interessate, con il conseguente aumento delle risorse necessarie. Rileva inoltre come un secondo aspetto problematico riguardi l’indennità di accompagnamento e la quasi generale opposizione registrata, nella scorsa legislatura, nel corso delle audizioni, rispetto all’ipotesi di un superamento di tale misura. Richiama quindi l’attenzione sulla circostanza per cui molte persone ignorano attualmente i benefici cui pure avrebbero diritto e dunque sulla necessità che le innovazioni introdotte dal provvedimento in esame siano sufficientemente pubblicizzate. Esprime inoltre perplessità sulla reale possibilità, per il Governo, di reperire una quantità di risorse vicina ai 10 miliardi di euro citati nella relazione. Conclusivamente, osserva che solo affrontando da subito il problema della platea di beneficiari e delle risorse disponibili si possono creare le condizioni perché l’esame del provvedimento abbia esito positivo.
Ugo LISI (AN) concorda sulla necessità di definire con chiarezza la platea dei beneficiari del provvedimento in esame ed esprime apprezzamento per la relazione del deputato Zanotti e per il fatto che la Commissione sia riuscita a iniziare l’esame del provvedimento, senza farsi, almeno in questo caso, precedere dalla analoga Commissione del Senato. Conclude augurandosi che la Commissione sappia individuare le forme opportune e le risorse necessarie per condurre l’esame del provvedimento ad un esito positivo.
Salvatore MAZZARACCHIO (FI), premesso che non si può non essere d’accordo con le finalità delle proposte in esame, si chiede se esse siano in sintonia con la giurisprudenza della Corte costituzionale, che ha riconosciuto spettare alle regioni la competenza a decidere sulla finalizzazione di questo genere di fondi. Ricorda altresì come, in passato, si fosse opportunamente assunto l’indirizzo di evitare la frammentazione dei fondi e la distribuzione di risorse a pioggia: tale impostazione rischia, a suo avviso, di essere stravolta dal provvedimento in esame. Quanto al tema centrale delle risorse, osserva che esso non può essere risolto invocando di continuo il ricorso alle addizionali di imposta. Ritiene infine che sarebbe forse preferibile pensare in materia ad una legge-quadro che definisca il contesto entro cui si possano inserire le regioni nell’esercizio delle loro competenze.
Giacomo BAIAMONTE (FI), dopo essersi dichiarato d’accordo sulle finalità del provvedimento, sottolinea l’esigenza che siano posti paletti ben precisi riguardo all’indennità di accompagnamento, al fine di scongiurare la creazione di inutili doppioni. Paletti ben precisi ritiene altresì debbano essere previsti a proposito della indennità di non autosufficienza, onde evitare possibili abusi e malfunzionamenti.
Mimmo LUCÀ, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
Fonte: Camera dei Deputati nw082 (2006)
Newsletter della Storia dei Sordi n.82 del 3 ottobre 2006