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XIX Giochi Mondiali Silenziosi Roma 2001
Curato dal Comitato Organizzatore Locale (C.O.L.) dei Giochi Mondiali dei Sordi di Roma 2001, coadiuvato dalla Federazione Sport Silenziosi d’Italia e dall’Ente Nazionale Sordomuti, è stato pubblicato un bel volume, nel formato cm. 21 (dal lato altezza) x 29,7 che espone per la memoria storiografica i pregi e le difficoltà organizzative, tecniche e strutturali incontrate per consentire di realizzare, dal 22 luglio al 1 agosto 2001 i XIX Deaflympic, in un periodo che, come ha precisato nelle sue considerazioni finali il Presidente del COL, Mario Carulli, «…hanno messo a dura prova l’efficienza di tutto il settore… ». Infatti, l’apertura dei Giochi Silenziosi è coincisa con il G8 di Genova, ed il Ministero degli Esteri della Farnesina, a Roma, era un punto nevralgico anche per gli organizzatori dei Giochi Silenziosi.
Il libro, oltre la significativa copertina che riporta i loghi di «Roma 2001» del CONI, della FISS e del CISS, reca un’accattivante introduzione firmata dal presidente del COL, Mario Carulli, in cui elenca le ragioni per cui aveva accettato quell’incarico pur avendo compreso da subito che era oltremodo gravoso, dovendo peraltro operare nella più completa disinformazione del pubblico in riferimento alla realtà dello “sport silenzioso”. Le difficoltà di poter trovare dei partners nel mondo dell’economia, della finanza e dello sport, per quell’evento agonistico di portata internazionale, non furono né incoraggianti, né convincenti, ma più fortuna ebbe con le Istituzioni dello Stato, che ben compresero l’importanza dell’evento sportivo, accordando un giusto tributo. Carulli conclude l’introduzione al prezioso volume, affermando di «… consegnare questa edizione dei Giochi alla storia dello sport silenzioso…», certo che sarà annoverata tra le più belle feste organizzate per il mondo dei sordi.
Oltre a Mario Carulli, anche gli altri quattro membri dell’organigramma COL dichiarano le rispettive ragioni per cui hanno accettato di assumere quell’incarico esaltante, ma anche esorbitante: il Segretario Generale, Ciro Nasti, il Vice presidente, Gloriano Mazzè e gli altri due consiglieri, Angelo Caruso e Alessandro Quarra, tutti con incarichi precisi, e tutti con alte funzioni professionali che hanno messo da parte per tutto il tempo necessario ad effettuare e a concludere le Olimpiadi dei Sordi. Il curriculum di ciascuno è descritto nel libro, redatto sia in lingua nazionale, sia in inglese. Anche l’Ufficio Stampa, di cui era a capo la giornalista professionista Carola Carulli, e membro coordinatore il conduttore TV Federico Guiglia, ha svolto un accurato lavoro.
Dopo la presentazione del Comitato Organizzatore locale, sono segnalati anche i membri dell’Esecutivo FISS e dell’Istituzione ENS di cui lo sport “silenzioso” era stato, fino al 1990 -quando confluì, per un breve periodo, nella Federazione dei Disabili, e poi autonomamente nel CONI, – Centro di Educazione Fisica.
La foto a pagina 48 e seguenti, di tutti i membri del Direttivo Centrale e della presidente nazionale ENS, col suo ragguardevole curricolo, cancella con implicite scuse la precedente, ingiustificabile dimenticata notazione dell’Ente Sordomuti nell’«Handbook- Guida», edito e distribuito a tutti i partecipanti e agli accompagnatori in occasione dei Deaflympic di Roma nel luglio 2001.
Dopo la Cronologia delle attività del Comitato Organizzatore, a cominciare dalla presentazione alla Stampa dei 19i Giochi, risalente al 15 febbraio 2000, con l’intervento sull’ideale sportivo dei simili esposto dalla Presidente dei Sordi, Ida Collu, sono pubblicati i molti messaggi augurali pervenuti dai responsabili delle Istituzioni pubbliche e dai Privati Nel capo 9, «Dati Generali», sono indicate le nazioni iscritte e gli atleti partecipanti alle singole gare, quindi «Il medagliere» elenca le medaglie vinte nelle singole discipline, ed i nomi di tutti gli atleti italiani che a quelle competizioni hanno partecipato.
A Roma, nel periodo dei Giochi, era stato predisposto un «Piano Trasporti», in considerazione del gran numero di atleti partecipanti e di sportivi che volevano assistere alle varie gare. Per garantire il servizio, furono create 16 linee navetta e utilizzati 57 bus, che hanno effettuato 239 transfert nei 15 giorni di gare e allenamenti, coprendo quotidianamente tragitti individuali per 280 Km. e percorrendo in tutto 73.505 Km. A questi vanno aggiunti altri 38 bus assegnati alle singole delegazioni, 4 per il servizio notturno, 5 per il trasporto staff e 2 di riserva.
In una città «immensa» come Roma i problemi di trasporto sono stati non indifferenti, si sono impiegati 25 campi di gara e per gli allenamenti, di cui 18 presenti nella città di Roma e 7 posizionati fuori dal Grande Raccordo Anulare. Gli organizzatori affermano con orgoglio, come indicato alla pagina 236, «… che nessun atleta, appartenente sia a sport di squadra che individuali, non si è presentato a gare ufficiali a causa dei trasporti. Inoltre tutti i partecipanti, atleti e spettatori sono stati portati e riaccompagnati anche dagli impianti sportivi più lontani e ad orari difficilmente gestibili».
Il libro, in sostanza, getta acqua sulla brace che era rimasta a covare sotto la cenere dei 19mi Deaflympic.
Tante cose, non per colpa del lodevole impegno profuso dal COL, non avevano allora funzionato come avrebbero dovuto… ma in fondo tutto è bene quel che finisce bene, ed il libro lascia alla Storia un resoconto che pare esemplare. rc036 (2004)