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Il Prof. Grand.Uff. Enrico Vanni e le sue benemerenze di Educatore
Il titolo era citato nel volantino distribuito dai sordomuti del Veneto in memoria della sua morte, nel lontano 1953.
Il noto “Vanni” nel mondo dei sordi non è trascurato ancora oggi. Era un personaggio forte ma “udente”, noto nel campo della pedagogia e fu – anche – Presidente “Nazionale” dell’Unione Sordomuti Italiani dal 1927 al 1943. Ecco la storia della sua vita. Nacque in Toscana presso la città etrusca: Volterra il 2 novembre 1870, studiò nelle scuole ginnasiali della sua città e si specializzò presso la scuola di metodo Tommaso Pendola di Siena e divenne poi Educatore dei sordi.
Dopo l’insegnamento presso l’Istituto Statale di Via Nomentana a Roma, si trasferì ad Alessandria dove insegnò nell’Istituto Provinciale “Sbrocca” e successivamente nel 1900 a Venezia presso l’Istituto dei sordomuti gestito dalla Congregazione di Carità.
Passò in seguito col “Manin”, dalle Zattere a Cannaregio, presso il Palazzo della Ambasciata spagnola dell’allora Repubblica “Serenissima”. Divenne poi direttore dell’Istituto e dovette incontrare non poche difficoltà per una migliore organizzazione e modernizzazione dell’Istituto che accoglieva non solo i sordi ma anche gli orfani e gli abbandonati.
La storia dei sordi rileva che nell’educazione il Vanni rimase fedele “oralista puro” e fornì “mezzi e sussidi didattici, secondo le direttive del Congresso di Milano (1880 n.d.r.), nemico del gesto, come dimostrava a se stesso e agli alunni nei saggi scolastici”.
Il sogno di Vanni si realizzò “quando la Provincia di Venezia lo chiamò a costituire il nuovo Istituto per “soli” sordi nella Villa di Marocco (Treviso)”, ma non entrò nella funzione del sopraddetto Complesso perché collocato a riposo ricevendo la “Medaglia d’Oro dei Benemeriti della Scuola”. Questo Istituto iniziò ad operare nel 1929 e fu affidato ai Padri della Piccola Missione per i sordomuti fino agli anni settanta.
Nel mondo dei sordi Vanni fu anche uno dei fondatori della Società di Mutuo Soccorso fra i Sordomuti “San Marco” assieme al giovane Antonio Magarotto, primo presidente, e altri sordi” nel 1920.
Fu considerato “un pioniere del movimento di redenzione e assistenza sociale dei sordomuti e per essi condusse una buona battaglia per la voce, per iscritto con l’opera: con altri Maestri, con Amici, con Sordomuti coscienti e previdenti”.
La sua “San Marco” chiamò il giornalista Comm. Giovanni Venni, succedutogli nella carica di “Consigliere udente”.
Ma il lavoro di Vanni con il Magarotto non fu semplice perché egli (Magarotto) non tollerò la interferenza autoritaria – da parte di Vanni – nel cammino socio-politico dei sordomuti convincendosi come proprio ideale autonomo, nonostante il Vanni gli scrisse il 24 giugno 1926: “…se è necessario per il bene soprattutto della San Marco, poiché io sarei quello che ha causato tutto per il mio carattere invadente, per il voler comandare troppo, io sono pronto a scomparire, a sacrificarmi molto volentieri, purché tu resti il Presidente della San Marco, purché non avvengano scissioni”.
Il Magarotto era ormai irremovibile e fondò la sua associazione patavina ed infine realizzò il Raduno dei sordomuti italiani nel 1932, poi l’Ente Nazionale Sordomuti e le scuole professionali ENS.
Intanto la Federazione delle Associazioni fra i sordomuti di Prestini sancì la programmatica federale che provocò preoccupazione nei dirigenti delle Scuole per sordomuti. Così sorse un’altra associazione a livello nazionale “Unione Sordomuti Italiani”
(1924). Il Vanni divenne Presidente dell’USI dopo la morte del Prof. Ernesto Scuri, nel 1927, e realizzò la testata de “Il Giornale del Sordomuto” diretto dal giornalista sordo Cesare Silvestri prima e da Giovanni Venni (udente) di Venezia poi. Nella sua veste lottò duramente contro Prestini e Ieralla per la realizzazione della Federazione, e contro Magarotto per la costituzione dell’Ente Nazionale Sordomuti, difendendo la filosofia e la politica degli Istituti per sordomuti. Anzi nel suo progetto di istituzione dell’Ente Unico pose fra l’altro come condizione che “il Presidente dell’Ente deve essere udente”.
Le incomprensioni tra Vanni e Magarotto furono aggravate fino a quando la proposta del Governo, tramite la Prefettura di Padova, convinse Magarotto a trovare una soluzione con Vanni alla realizzazione dell’Ente Nazionale Sordomuti riconosciuto con legge dello Stato. Oltre alla pressione governativa che accettò, Magarotto subì anche la “dura risposta” di Vanni datata 13 luglio 1938, nella quale asserì “D’altra parte ritenni poco dignitoso per me, educatore, direttore, presidente di una organizzazione nazionale (USI, n.d.r.), scendere a trattare con un sordomuto (Antonio Magarotto, n.d.r.) non all’altezza del grave compito che da più anni tiene preoccupati Direttore e Maestri”.
A questo punto il Magarotto intraprese la sua strada conquistando il riconoscimento legislativo dell’ENS nel 1942 dal quale venne stralciato la parte che riguardava le scuole per sordomuti che venne affidata alla costituenda Federazione Italiana degli Istituti per sordomuti (legge 1942).
Successivamente il Vanni si riappacificò con il Magarotto beneficiando della “costituzione dell’Ente Nazionale per l’Assistenza e la Protezione dei sordomuti, organismo vitale, nuovo, che, aiutato dallo Stato e da esso potenziato, mercé la collaborazione e la vigilanza dei Organi governativi, ha un grande avvenire, qualora, come tutti gli Enti parastatali di assistenza e protezione sociale, sia ben diretto, saggiamente amministrato al centro, nelle delegazioni regionali, nei comitati provinciali, con fini superiori e umanamente sociale, nello spirito Cristiano che primo ha redento i Sordomuti: la storia non si smentisce!”. Così scrisse il suo braccio destro: Giovanni Venni.
Il Vanni continuò a dedicarsi ai sordomuti dell’associazione San Marco presso la “Sezione Provinciale ENS di Venezia”. I sordomuti gli chiesero se non era stanco di occuparvisi e lui rispose “Come si fa a rinunciarvi, quando da più di cinquant’anni ho sempre vissuto coi sordomuti ed ho sempre lavorato per loro, per la loro istruzione?”. Ieralla, allora Presidente Nazionale ENS, lo ricordò commentando “Parole grandi di un nobile maestro”.
La sua vita si spense il 9 maggio 1953 ed ebbe un unico figlio di nome Alberto.
I sordomuti anziani ricordano ancora questo avventore udente nel mondo dei sordomuti. Fu uno dei pochi rari che fa parte della storia dell’Ente Nazionale Sordomuti, come ha scritto Antonio Magarotto: “Tu vivrai e rivivrai nel cuore dei Tuoi figli prediletti: i sordomuti”.
Ecco il testo dell’Associazione Mutua “San Marco fra Sordomuti del Veneto ricorda memore e grata il Prof. Grand’Uff.le Enrico Vanni. Maestro buono e saggio confondatore dell’associazione fra pionieri del movimento di redenzione e assistenza sociale ai Sordomuti. Venezia 19 settembre 1953”
ps049/1999
STORIADEISORDI: PERSONAGGI STORICI