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Santuario della Beata Vergine della Bozzola di Garlasco (Pavia)
La storia dei Santuari mariani legati ai sordomuti cita che il grandioso Santuario sorge a circa un chilometro da Garlasco, nella provincia di Pavia, trae origine da un fatto prodigioso avvenuto nella seconda metà del secolo XV, con il miracoloso recupero della parola da parte di una giovane pastorella, che invocava la grazia sospirata. Ella soleva pregare dinnanzi a una Immagine della Vergine, venerata in una Cappella, sperduta in un bosco di arboscelli, ove menava quotidianamente al pascolo di gregge.
Un giorno, mentre pregava con la più intesa fiducia, la Madonna le apparve assicurandola del favore, e ingiungendole però di dire a suo padre che lì voleva una chiesa.
La fanciulla, non più muta, comunica il messaggio della Vergine ed una prima chiesa non tarda a sorgere, sostituita poi dall’attuale.
Nel 1327, il Santuario è stato insignito del titolo di Basilica Minore, e, per speciale concessione del Capitolo Vaticano, la sacra Immagine, nel 1931, venne incontrata con una bella corona d’oro. Da Giovanni De Carlis (1971)
Storia
Era la prima domenica di settembre del 1465, quando una bambina tredicenne, Maria, di Garlasco, si trovava al pascolo con i suoi animali.
Il progetto di Dio per la sua vita sembrava fino ad allora quello di dover essere per sempre sordomuta.
Quando improvvisamente il cielo si rannuvolò per l’avvicinarsi di un temporale.
Maria cercò riparo sotto una piccola edicola dove vi era un affresco della Beata Vergine. Maria, dipinto da Agostino da Pavia come ex voto per essere stato salvato dall’annegamento nel fiume Ticino.
Il fiume allora passava a pochi metri di distanza da dove la ragazzina si trovava, un luogo costellato da cespugli di biancospino, in dialetto locale “buslà”, parola dalla cui traslitterazione in italiano deriva il nome “Bozzola”.
Quand’ecco un globo di luce appare presso l’edicola.
Era la BeataVergine Maria che affida alla fanciulla una missione: “Maria, va’ a dire ai Garlachesi che voglio qui un santuario a protezione di tutta la Lomellina. Saranno tante le grazie che Io spargerò in questo luogo e miei figli sperimenteranno i tesori delle mie misericordie”.
Maria fece ritorno a Garlasco e i compaesani udendo dalla bocca della bambina, ormai non più sordomuta, il messaggio della Madonna subito credettero all’apparizione.
Da quel momento la fanciulla Maria venne chiamata Maria Benedetta per il miracolo che la Madonna aveva compiuto su di lei.
Sul resto della vita di Maria Benedetta non si hanno notizie precise.
Il parroco di Garlasco si prese cura di lei, che si ritirò nel monastero, retto da monache di clausura e sito al limite ovest del territorio di Garlasco tra Tromello e Alagna in prossimità del torrente Terdoppio.
L’evento prodigioso dava il via all’edificazione dell’attuale santuario.
Si comincia a costruire un chiesetta corrispondente all’attuale presbiterio.
Nel 1600 viene effettuato un primo ampliamento.
Nel 1662 si costruisce la torre campanaria.
Nel 1720 si inizia la cupola ottagonale.
Nel 1860 si prolunga la navata e si aprono il braccio destro e il sinistro; così il santuario resta compiuto nella sua capacità interna, formando un magnifico vaso a croce greca d’ordine dorico su cui svetta la cupola ottagonale con lanterna.
Nel 1890 inizia la costruzione della facciata su disegno del Cav. Marietti, poi abbattuta in quanto non soddisfaceva e viene rifatta su disegno dell’Ing. Nava di Milano: facciata decorata con statue in cotto del Provini di Milano e del Repellini di Cremona.
Su due basamenti di granito vengono poste due statue in cemento (la Fede e la Speranza) della ditta Rossi Speluzzi di Milano.
Nel 1927 vengono posti tre stemmi di marmo sulla facciata: quello del vescovo Mons. Giacinto Scapardini; quello della Basilica di San Pietro e quello del comune di Garlasco in concomitanza alla decorazione del Cav. Emilio Tornagli di Milano.
Nei primi decenni del secolo scorso viene portata a termine la decorazione interna da parte dei Pittori Emilio Tornaghi, Giovanni Panzarasa, Galli e Mazzocchi con affreschi di Biagio Canevari e Giov. Battista Garberini e si provvede alla pavimentazione e ad arricchire sempre più di nuovi doni e di nuovi lavori il Santuario.
Un ampio piazzale, al centro del quale zampilla una fontana, opera eseguita nel 1954, si apre davanti a questo tempio insignito, nel 1927, del titolo di Basilica Minore.
L’8 settembre 1931, S. E. Monsignore Scarpardini, vescovo di Vigevano, per speciale concessione del Capitolo Vaticano, poneva sul capo del simulacro della Madonna e del Bambino corone d’oro, ricche di ornati cesellati a rilievo di squisita fattura.
Nell’anno 1990 Mons. Giovanni Locatelli, allora vescovo di Vigevano, affida all’attuale Rettore del Santuario Basilica Madonna della Bozzola, Padre Gregorio Vitali, appartenente alla Congregazione della Sacra Famiglia di Bergamo, fondata da S. Paola Elisabetta Cerioli, l’incarico di seguire il grande lavoro di completo restauro del Santuario.
Si inizia dai tetti e dalle strutture esterne, compresa l’area del sagrato per proseguire all’interno con il completo rifacimento di affreschi, decorazioni e del presbiterio.
Si passa, quindi, alla navata centrale, alle cappelle laterali, alla cupola, ai transetti.
Il 25 aprile 1991, in occasione della visita pastorale, Mons. Vescovo Giovanni Locatelli benedice la statua della veggente dell’apparizione, Maria Benedetta, che completa tutto il gruppo dietro all’altare maggiore.
La statua di Maria Benedetta, ragazza a cui è apparsa alla Bozzola la Vergine Santissima, è stata realizzata con lo stesso materiale, il bronzo, della statua della Madonna, favorendo anche verso di lei la devozione dei fedeli.
Maria Benedetta, infatti rappresenta tutti noi, che ascoltiamo la Vergine Santissima e che riceviamo da Lei un preciso messaggio per il nostro cammino di fede. Lentamente il Santuario torna all’antico splendore.
Chi da tempo fosse rimasto lontano dalla Bozzola ci torna per vedere realizzata una gigantesca opera: restauro totale, posa di pregiati marmi, pregevoli intarsi, due nuove pale sul presbiterio; la prima è dedicata alla discesa dello Spirito Santo sia su Maria vergine e gli Apostoli di allora sia sui fedeli della Chiesa di oggi e sugli apostoli odierni, il vescovo Giovanni Locatelli e il Papa Giovanni Paolo II; la seconda pala è dedicata alla BeataVergine Maria che presenta a suo figlio Gesù, Misericordioso, le richieste di Grazia dei pellegrini. In fase di ultimazione è la galleria in cui collocare i due gruppi statuari lignei del 700, tra i quali anche quello dei cosiddetti “Karagnon” ossia, secondo un’incisiva espressione del dialetto locale, di un gruppo di persone “piangenti” intorno al simulacro di Cristo morto.
Nella medesima galleria troveranno posto numerosi quadri ex voto, situati in passato dietro l’altare maggiore.
L’arrivo in santuario del rettore Padre Gregorio Vitali ha avuto come frutto anche la nascita di un gruppo di giovani, “Apostoli e Servi di Maria”, che si dedica sia all’animazione con canti e servizio liturgico delle S. Messe principali sia ai lavori di manutenzione ordinaria del santuario.
Fra le S. Messe principali vanno ricordate quella pomeridiana domenicale e quella del mercoledì sera, seguita dal 1994 dalla preghiera di guarigione e liberazione.
Non esiste solo il volontariato del gruppo giovanile ma anche quello degli adulti amici del santuario, che insieme ai giovani si rende disponibile per la gestione del bar del santuario, l’organizzazione delle feste del settembre bozzolose, della sagra di Pasqua e del lunedì dell’Angelo.
Da questa forte esperienza di volontariato è nata la Comunità Emmanuel, dedita all’accoglienza e al recupero di giovani con problemi e organizzata giuridicamente in una cooperativa sociale, per dare un posto di lavoro ai giovani accolti, e un’organizzazione di volontariato, onlus di diritto, per dare vitto e alloggio a questi giovani.
E’ un volontariato quello del santuario che si regge soprattutto sulla preghiera.
Infatti, ogni giorno della settimana, dopo la S. Messa delle ore 21.00, c’è un cenacolo con finalità diverse e composto da volontari differenti: essi pregano tutti per dare onore e gloria all’opera voluta dalla Beata Vergine Maria qui in Lomellina, terra non solo di nebbie, di risaie e zanzare ma di gente desiderosa di incontrarsi con il Signore, per servirlo e lodarlo.
Fonte: http://www.madonnadellabozzola.org/
Il Santuario della Beata Vergine della Bozzola
di Garlasco, Pavia