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Pio IX e Giovanni XXIII insieme sugli altari
Ma non sono beatificati da soli Pio IX e Giovanni XXIII, il 3 settembre 2000 in Piazza San Pietro, da Karol Wojtyla. Insieme a loro, il Papa ha elevato agli onori degli altari il fondatore dei Marianisti, padre Guglielmo Chaminade, morto nel 1850; il padre benedettino belga Colomba Marmion, scomparso nel 1923 e l’arcivescovo di Genova mons. Tommaso Reggio, morto nel 1901. Una cornice meravigliosa per questi due Papi che se per l’opinione pubblica la beatificazione
di Papa Giovanni poteva avvenire “per acclamazione”, quella di Pio IX ha suscitato vivaci polemiche. Un colpo al cerchio e uno alla botte, è stato scritto, per accontentare conservatori e progressisti.
Beatificazione
Dopo un iter lungo e scrupoloso di testimonianze e di verifiche, la Chiesa eleva agli onori degli altari coloro che, in vita, hanno praticato le virtù cristiane in sommo grado e li venera con culto pubblico, richiedendo anche dei miracoli avvenuti, per loro intercessione, dopo la morte.
Su Pio IX, da oltre 150 anni, si è riversata una critica feroce, laicistica e faziosa.
Una leggenda nera di un Papa chiuso ad ogni istanza di rinnovamento, prigioniero di un tradizionalismo e di un conservatorismo.
Giovanni XXIII è il frutto maturo di un lungo e paziente itinerario educativo operato dalla Chiesa e lui diventa così il protagonista personale di una tradizione sana e rigogliosa da cui proveniva.
Due uomini diversi e perciò, due Papi diversi, ma entrambi espressione di quello straordinario carisma in cui è contenuta la responsabilità di difendere la verità, di sostenere la comunione, di promuovere la missione.
La beatificazione premia la loro testimonianza per aver vissuto il Papato come amore a Cristo, servizio alla Chiesa, passione per l’uomo.
Queste note si riferiscono esclusivamente ai due Papi ed avranno anche l’intento di evidenziare alcuni loro contatti con i Sordi.
PIO IX: GIOVANNI MARIA MASTAI FERRETTI (1792-1878)
Cenni biografici
Nasce a Senigallia (AN) il 13 maggio 1792 dalla contessa Caterina Solazzi e dal conte Girolamo, gonfaloniere della città.
Nel 1803 entra nel collegio di Volterra, diretto dai padri Scolopi, dove compie gli studi liceali; nel 1809 si trasferisce a Roma presso lo zio Paolino Mastai, canonico della Basilica Vaticana, per proseguire gli studi filosofici e teologici presso il Collegio Romano. Il 10 aprile 1819 viene ordinato sacerdote e destinato ad un Istituto di assistenza per ragazzi abbandonati; il 3 giugno 1827 è consacrato vescovo, a soli 35 anni; il 17 dicembre 1832 riceve il cappello cardinalizio e il 16 giugno 1846 viene eletto papa a soli 54 anni, succedendo a Gregorio XVI. Muore il 7 febbraio 1878 e viene sepolto provvisoriamente nella Basilica Vaticana; il 13 luglio 1881 la salma è traslata nella Basilica di San Lorenzo e durante il tragitto alcuni esagitati tentano di gettare la bara nel fiume Tevere.
Pontificato
Pio IX è stato eletto papa dopo uno dei più brevi conclavi che la storia ricordi ed e morto dopo il più lungo pontificato della storia della Chiesa.
I 32 anni del suo pontificato furono per lui un continuo stillicidio di insulti, un pontificato assediato, in tutti i sensi, dalle mire espansionistiche dei Savoia, ma soprattutto, nella dimensione spirituale, dalle multiformi ideologie anticattoliche che si apprestavano a celebrare la fine del papato e della cristianità. Pio IX si trovò, suo malgrado, coinvolto in questa tempesta terribile proprio mentre la Provvidenza gli aveva affidato il timone della barca di Pietro.
Si presenta complesso il giudizio storico su questo Papa: appena salito al soglio pontificio aveva guadagnato la fama di un Papa-re liberale con una amnistia e la concessione della libertà di stampa, ma poco dopo ripiegò su un rigido conservatorismo.
Con la sua prima enciclica, nel 1846, condanna le società segrete, la massoneria e il comunismo; nel 1864 pubblica un’altra enciclica, con annesso il famoso Sillabo con l’elenco dei principali errori di quei tempi.
Nel 1870 proclama il dogma dell’infallibilità papale ex cathedra. Ma è anche stato il Papa che, l’8 dicembre 1854, ha proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione, che nel 1861 ha fondato il giornale vaticano “L’Osservatore Romano”, che il 7 dicembre 1869 ha aperto il Concilio Vaticano I. Non un Papa antiitaliano, come è stato scritto, ma un Papa che voleva un potere temporale al minimo, animato da tanta paternità.
Contatti di Pio IX con gli Istituti Sordomuti e i loro Educatori
A quei tempi, il Papa era anche Governatore dello Stato Pontificio e nel 1857 Pio IX visitò i territori del suo Stato con un viaggio durato quattro mesi ed ebbe così l’occasione di visitare gli Istituti e le Scuole per sordomuti che vi operavano.
Potè visitare di persona, durante quel viaggio, gli Istituti di Roma, l’Istituto Sordomute “Fabriani” di Modena, l’Istituto Gualandi di Bologna e quello del Pendola a Siena con grande sua gioia e soddisfazione nel constatare gli ottimi risultati dell’educazione impartita, dal momento che lui amava veramente i sordomuti.
Alcuni episodi significativi
Nell’udienza del 15 marzo 1852, Pio IX non solo confermò la deliberazione della Sacra Congregazione delle Indulgenze che “anche i sordo-muti potevano lucrare le indulgenze nonostante l’impossibilità, in cui si trovano, di recitare le preghiere prescritte”, ma volle che si pubblicasse con un generale decreto laconcessione fatta con tanto amore. Tale concessione è stata nuovamente ribadita al n. 26 dell’“Enchiridion Indulgentiarum” nella riedizione in vista del Giubileo per l’Anno Santo.
Pio IX approvò, nel 1864, le Regole della Congregazione “Compagnia di Maria” per l’educazione dei sordomuti dell’Istituto di Verona fondato dal Provolo e, in quella occasione, così rispondeva al successore don Luigi Maestrelli che ne chiedeva l’approvazione: “La Chiesa con i suoi Ordini religiosi ha provveduto agli infermi, agli orfani, agli ignoranti con scuole, e a tanti altri bisogni religiosi e civili; ma ora sono contento, perché vengo preso un provvedimento per educare i poveri sordo-muti”.
Conobbe anche il Conte Paolo Taverna,” l’uomo che aveva consacrato il censo e la vita nel creare un Istituto per i sordomuti poveri di campagna e lo benedisse con tutta la effusione della sua anima”.
Il 30 maggio 1877, nel trigesimo primo del suo Pontificato, così scriveva a padre Pendola di Siena: “Non solo al tuo zelo nel custodire coloro che sono sordi e muti diamo le meritate lodi, ma ti preghiamo da Dio abbondante mercede alle tue fatiche”.
Visita agli Istituti
Roma – Delle scuole dei sordomuti, in verità, si erano già interessati anche Papa Leone XII che chiamò personalmente, nel 1827, le Figlie di Nostra Signora del Monte Calvario ad operare nell’Istituto Statale Sordomuti; Papa Gregorio XVI che invitò tutti i Municipi ad inviare a Roma i sordo-muti poveri nel nuovo Istituto e che per ciascuno di essi fosse corrisposta dal rispettivo Comune la somma mensile di quattro scudi romani.
Ma a provvedere più largamente e con efficacia maggiore al bene di tutti i sordo-muti poveri dello Stato Pontificio, fu la carità e la sapienza di Papa Pio IX che ordinò che “il contributo personale, stabilito a favore dell’Istituto, nel 1842 fosse pagato mediante un generale riparto a carico delle Provincie dello Stato, fissando scudi 3 e bajocchi 66 per ogni mille abitanti”. Il direttore dell’Istituto era il sacerdote Francesco Morani, che lo diresse dal 1843 al 1865. Nel 1874 un altro sacerdote esemplare della carità, l’abate Tommaso Silvestri che fu allievo dell’abate parigino De L’Épée, aveva aperto in Roma una nuova scuola.
Bologna – Anche l’Istituto Gualandi per sordomuti di Bologna vanta una visita di Pio IX che si fermò in città per circa tre mesi e, “con il peregrinare, onorò molte realtà, ritenute minori nella mente dei grandi, ma evangelicamente rilevanti per il bene agli ultimi”. E tra queste realtà, la prima visita è stata quella all’Istituto Gualandi, alle ore 10 del giorno 18 luglio 1857, fondato da poco dai fratelli sacerdoti Giuseppe e Cesare Gualandi, che ebbero anche il privilegio di essere ricevuti dal Papa, con i loro genitori, in diverse udienze a Roma, prima e dopo la visita all’Istituto. Dopo queste udienze, il Santo Padre, ”soddisfatto dalle argomentazioni presentategli, lasciò tranquilli i due educatori bolognesi a proseguire nella loro opera di recupero delle anime dei sordomuti, qualunque fosse la loro condizione intellettuale e la loro età”. A perenne ricordo di tale visita, fu posta una targa con la scritta: “Lieto Fausto Solenne / il XVIII Luglio MDCCCLVII / nel quale / il Padre e Principe Clementissimo / PIO IX P.M. / degnando di Sua Augusta Presenza / l’Istituto dei Sordi e Muti / novello monumento / della Carità Bolognese / onorò del bacio del sacro piede / e di sante parole / e dell’Apostolica Benedizione / confortò Alunni e Maestri / che /
riverenti e grati / in memoria di tanto benefizio / questa epigrafe posero”.
“Con somma affabilità, il Papa si porse attentissimo poi alla mimica rappresentazione di tre sordomuti che dissero un Cantico tutto proprio della circostanza,intitolato: Fede, Riconoscenza, Preghiera, e spesso mostrò quanto approvasse e gradisse, spesso commovendosi alla vista di quei segni così espressivi ed eloquenti”.
Modena – Nella sua visita alla città di Modena, il Papa Pio IX ha voluto onorare con la sua augusta presenza anche l’Istituto delle Figlie della Provvidenza, con sede in via Cavour. Una lapide, posta sulla scala che dalla portineria conduce alla sala dei busti, ne immortala l’avvenimento così: “Il Sommo Pontefice Pio IX / ospite del Duca Francesco V / il 4 Luglio 1857 / onorò di Sua visita / questo Istituto”.
Siena – ”Il 1857 fu un anno memorabile per la storia dell’Istituto senese scrive il cronista: la mattina del 28 agosto di quell’anno, il Papa Pio IX che in quel periodo stava visitando gli Stati dell’Italia centrale, accompagnato dalla famiglia granducale, fece una visita anche all’lstituto per sordomuti. Dopo essere stato accolto umilmente e salutato, il Papa si intrattenne con gli alunni sordi e con i loro insegnanti, i Padri Scolopi e le Suore della Carità. Poi tutti furono ammessi al bacio del piede del Pontefice, il quale si intrattenne un poco con i fanciulli. Nel ripartire, il Papa raccomandò al Granduca le sorti dell’Istituto per la sua utilità sociale e incoraggiò gli insegnanti a proseguire nel loro compito di educatori”.
A perpetuare la memoria di questo avvenimento, fu posta la seguente epigrafe: “l’Amore: che traeva Gesù ai fanciulli e ai miseri / lo zelo di Padre e di Principe / il XXVIII Agosto MDCCCLVII / conducevano a questo Istituto / il IX Pio /e lo splendido Ospite Suo / Leopoldo II colla augusta Famiglia / a consolare i poveri alunni / dalla carità e dalla scienza /redenti alla vera vita”.
Pio IX e i Sordo-Muti
Tommaso Pendola, descrivendo nel 1878 le varie visite del Papa Pio IX agli Istituti Sordomuti nei suoi viaggi per l’Italia centrale, tra l’altro si esprime così: “…Noi vogliamo e dobbiamo parlare di questo Pontefice delle meraviglie, disceso dall’altezza del suo Trono per farsi Padre amoroso dei poveri sordo-muti … E a tutti i sordo-muti, i quali in qualunque nazione si trovassero ricoverati in Istituti cattolici, concesse speciali indulgenze nella solennità dell’immacolato concepimento della Vergine, e nell’anniversaria ricorrenza della festa del grande e santo Vescovo di Ginevra, Francesco di Sales, che destinò a protettore dei sordomuti, perché Egli stesso si fece maestro di un sordo-muto”.
Accurate ricerche presso la Sacra Congregazione delle Cause dei Santi non hanno portato, purtroppo, al ritrovamento di un Documento Ufficiale.
GIOVANNI XXIII: ANGELO GIUSEPPE RONCALLI (1881-1963)
Cenni biografici
Nasce a Sotto il Monte (BG) il 25 novembre 1881 da Marianna Giulia Mazzola e da Giovanni Battista. Nel 1892 entra nel seminario minore di Bergamo e nel 1903 in quello romano; il 10 agosto 1904 è ordinato sacerdote e nel 1919 è nominato direttore spirituale del seminario di Bergamo. Viene consacrato vescovo il 19 marzo 1925 e inviato a Sofia, in Bulgaria, come visitatore apostolico, nel 1931 delegato apostolico, nel 1934 delegato apostolico in Turchia e Grecia, nel 1944 nunzio apostolico in Francia. Il 12 gennaio 1953 è creato cardinale e inviato a Venezia come patriarca.
Il 28 ottobre 1958 è eletto papa e assume il nome di GiovannI XXIII prendendo lo stesso nome di un anti-papa. Muore il 3 giugno 1963 e viene sepolto in San Pietro.
Pontificato
È stato scritto che il pontificato di Papa Giovanni XXIII rimane nella memoria degli anziani e negli interrogativi dei giovani.
Con il passare degli anni si moltiplicano le domande: chi era in realtà papa Giovanni? Quale fu il tocco caratteristico del suo servizio? Avvertì egli le speranze suscitate dal suo modo di essere papa?
Possiamo davvero parlare di cambiamento qualitativo tra il periodo che precedette e quello che seguì il suo passaggio sulla cattedra di Pietro?
Gli anziani lo ricordano come il papa buono, il papa del sorriso, ma i giovani e gli studiosi come lo giudicano, trascorsi ormai 37 anni dalla sua scomparsa?
Non è stato certamente un uomo facile e alla mano; la sua naturale bontà si mescolò sempre alla conoscenza degli uomini e della loro vita; più che la bontà secondo il mondo, si tratta della mansuetudine del Vangelo, quell’impasto di cielo e di terra che nasce dalla confidenza con le vicende di Dio e degli uomini.
Il 29 giugo 1959 pubblica la sua prima enciclica “Ad Petri cathedram”, il 15 maggio 1961 la “Mater et magistra”, l’11 ottobre 1962 inaugura il Concilio Vaticano II e l’11 aprile 1963 pubblica la “Pacem in terris”. Celebra l’ultima messa il 17 maggio 1963.
Contatti di Giovanni XXIII con i Sordi
Al riguardo, ho interpellato mons. Loris Capovilla – suo segretario particolare – il quale mi ha mandato alcune fotografie e una breve nota dell’“Osservatore Romano” del 23 febbraio 1959, che par la dell’udienza di Giovanni XXIII concessa ai Sordomuti di Padova il 15 febbraio 1959: “Il Santo Padre ha ricevuto una delegazione dell’Istituto Nazionale per studi medi e superiori per sordomuti, di Padova. Erano presenti il Preside Gr.Uff. Antonio Magarotto, il Presidente dell’Ente Nazionale Sordomuti Comm. Vittorio Ieralla, il Segretario Generale dell’Assistenza Mondiale ai Sordomuti, Sacerdoti e Insegnanti con le loro Famiglie.
Sua Santità ha rivolto alla distinta rappresentanza affabili parole che erano ripetute nello speciale linguaggio da uno degli insegnanti; e si è poi intrattenuto con molti di essi dopo aver gradito l’offerta di una targa argentea, raffigurante il Redentore che risana il sordomuto, e di una raccolta di fotografie con una pergamena.
Al termine dell’udienza, svoltasi in una atmosfera di paterna amabilità e di filiale commozione, i sordomuti hanno salutato con riconoscente entusiasmo il Vicario di Gesù Cristo”.
Formidabili questi due Papi: il buono e il cattivo; il moderno e l’antimoderno; il progressista e il reazionario. Su di loro circolano tanti luoghi comuni e tanto opposti che, in fondo, fanno sorgere il sospetto che si somiglino di più di quanto si possa immaginare.
Fonti:
– “Formidabili quei Papi”, A. Gnocchi e M. Palmaro, Ediz. Ancora
– “I poveri Sordo-Muti toscani”, Pendola, Siena,1862
– “Effeta”, n. 3, 2000
– “Effeta”, n. 4, 2000
– “Dell’Educazione dei sordomuti in Italia”, anno VII, 1878
– “Avvenire”, 2 e 15 luglio 2000
– “Osservatore Romano”, 23 febbr. 1959
– “Famiglia Cristiana”, n. 22, 2000
– “Di tutto e tutta la sordità” (Enciclopedia), 1994, Zatini
Franco Zatini (a cura di) ps047 (2000)
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«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini