Iscriviti: Feed RSS
cerca nel sito
Santuario della Madonna del Palazzo in Crescentino (Vercelli)
La storia dei Sordi ricorda che il Santuario sorge nel sito dell’antico “Palazzo” romano e S.Eusebio di Vercelli avrebbe donato il miracoloso simulacro a Placilla, di sangue imperiale. Per varie traversie, e guerre, la Sacra Statua sparì. Fino a che, nel 1527, la Vergine, apparendo a una sordomuta e guarendola completamente, le ingiunse di chiamare i Sacerdoti affinché traessero e riportassero la Sua Immagine nel primiero Sacello dalla fonte non lontana, ove giaceva (Giovanni De Carlis, 1971).
Il luogo di culto
Usciti dalla chiesa ci avviamo verso l’ultimo dei nostri “tre pass” per Crescentino.. il luogo di culto della Vergine Maria la cui tradizione lo vuole considerare la più antica chiesa di Crescentino, si trova in una vasta pianura a circa un chilometro dal centro storico: per raggiungerlo sui deve oltrepassare piazza Garibaldi verso ovest e percorrere un lungo viale, detto “della Madonna”. Dopo questa tranquilla passeggiata all’ombra degli alberi che costeggiano il percorso si giunge al cancello del Santuario oltrepassato il quale si incontra, sulla destra, la chiesa dedicata alla vergine.
Il Santuario attuale è stato iniziato nel 1749. Sotto le sue fondamenta vennero trovati resti di costruzioni forse di origine romana e tombe antiche, e poi lucerne, monete, vasi cinerari, utensili e sepolture di persone cremate.
La chiesa di Santa Maria del Palazzo, vicino alla strada romana che andava da Pavia a Torino, fu, con quella di Industria (nei pressi di Monteu da Po), fra le prime chiese di campagna della diocesi di Vercelli. Questo grande lembo di terra vercellese fu tra i primi centri cristiani del Piemonte antico.
Nella seconda metà del XIV secolo, la chiesa insieme al borgo di Crescentino ebbe un lento declino.
Crollata nel 1552, venne ricostruita nel 1577. L’ attuale Santuario risale alla seconda metà del 1700 e ad ampliarlo fu il sacerdote e benefattore Giuseppe Maria Sagnò, che per tutta la vita ebbe l’incarico di reggere la cappella. Ma il piano di ricostruzione per l’inserimento della cappella contenente la Santa Vergine a forma rettangolare, non seguì una costruzione completa, così si andò per tentativi; l’erezione del campanile, ad esempio, rese particolarmente difficile la modifica del vecchio Santuario.
Nonostante gli ostacoli, nel 1749 il comune di Crescentino ricevette una donazione per la costruzione di scalinate per raggiungere la sacra cappella della Madonna. Venne così portato da Saluggia un piccolo altare di scagliola, con marmo romano e un gradino sotto il tabernacolo, lungo come la mensa e ai lati erano posti due medaglioni.
In seguito furono proseguiti i lavori della cappella, che da rettangolare divenne ovale. Intorno al 1757 terminarono i lavori di ristrutturazione, e iniziarono le solenni celebrazioni religiose, alle quali parteciparono anche i paesi vicini, per l’esposizione della statua della Madonna, collocata nello scuro superiore.
L’altare
L’altare di marmo in stile barocco ha un apertura che lascia intravedere il sacello della Beata Vergine.
La cupola di forma ovale prende luce da quattro finestre. Sulle pareti si trovano gli affreschi dell’Incoronazione della Beata Vergine in cielo, con Sant’Agostino e, a sinistra, l’Assunzione con Sant’Eusebio. Intorno all’altare ci sono numerose piccole sculture che rappresentano angeli.
Tutti gli affreschi descritti vennero eseguiti nel 1902 dal pittore Costantino Massello.
Gli affreschi delle pareti laterali.
Sotto il copulone si trovano altri affreschi di Giuseppe Palladino, raffiguranti:
o La principessa Placilla in atteggiamento di venerazione;
o Un soldato che tenta di spezzare la statua della Madonna con una scure e, sullo sfondo, il castello di Verrua;
o L’apparizione ad una pastorella sordomuta della Beata Vergine che le indica il cavo della fonte dove si trova il simulacro ligneo.
Il sacello
Attraverso due scale laterali si arriva al sacello dove si trova l’altare in marmo policromo del 1751 con la nicchia contenente la statua lignea della Beata Vergine ritinteggiata intorno al 1950. I suoi lineamenti dolci, il sorriso rilevano una figura precisa di donna che l’artista scolpì utilizzando un modello femminile vero o copiando un’altra statua preesistente.
Sulle pareti delle scale laterali d’accesso si trovano numerose tavolette ex voto databili a partire dalla seconda metà del Settecento.
Quasi tutte hanno sullo sfondo le immagini del Santuario e rappresentano le grazie ottenute per volontà della Beata Vergine (guarigioni da malattie, salvezza da incidenti mortali…)
Come abbiamo già detto, alla ricostruzione della chiesa era di ostacolo il campanile costruito vicino al vecchio edificio che avrebbe dovuto essere abbattuto, se non fosse stato accettato il progetto di un muratore di nome Crescentino Serra, il quale volle spostare l’intero campanile senza demolirlo.
In particolare, il Serra aveva già ottenuto dal Comune vari compiti riguardanti la pulizia della torre civica, la realizzazione del ponte in mattoni sulla roggia di porta “Pareto”. I crescentinesi gli avevano dato un soprannome che era “Scottone”. Nel 1775, il suo nome diventò famoso per aver trascinato di circa quattro metri e mezzo l’imponente altare di legno della confraternita di San Bernardino.
L’iniziativa del trasporto del campanile dovette superare forti opposizioni. Tuttavia Serra garantì che la spesa non avrebbe superato le 200 lire di Piemonte. Dopo aver predisposto il modello di legno, Serra cominciò a preparare le fondamenta per lo spostamento della torre. Nei primi mesi del 1776 egli costruì un traino con maestose travi di rovere, proclamando che il 26 marzo sarebbe stato tutto pronto per compiere l’opera. In quel giorno un gran numero di persone accorse da tutte le parti e si schierò davanti alla cappella della Madonna. Il Serra fece salire il suo figlio primogenito Filippo affinché suonasse le campane durante il trasporto della torre, così diede inizio all’impresa. Il campanile, posato e fissato sul telaio di legno, venne trasferito nella nuova sede.
Crescentino Serra morì a Crescentino, ma le sue spoglie furono sepolte poco dopo ai piedi del campanile che fu la gloria della sua mite anima paesana.
Dai dati contenuti nella cronaca settecentesca sullo spostamento si desume che il campanile era alto 21.57 metri rispetto ai 26.50 metri attuali.
Una testimonianza attesta la precedente posizione della torre: la dima bronzea incastrata nel pavimento a destra della porta di ingresso segna l’angolo relativo alla sua primaria collocazione.
Autore: Scuole Medie “Caretto” Classe 1° (2005) da www.osservatorioturismo.it
Il Santuario della Madonna del Palazzo
in Crescentino, Vercelli