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Il tempo dell’amaca.

Conegliano (Treviso). “Il tempo dell’amanca” ricordando il grande presidente ENS Vittorio Ieralla. A mio padre (Vittorio Ieralla, n.d.r.). di Maria Livia Ieralla
Sai, papà, per quale motivo eravamo tutti a Roma a fine novembre? Per presenziare alla cerimonia della scopertura della lapide in tuo ricordo, nella sede centrale dell’Ente Nazionale Sordomuti, dopo che la recente radioscopia, eseguita sulla storia del movimento dei sordi, ha restituito, alla tua opera sessantennale, il grande e incisivo valore che le spettava. Per questo avvenimento siamo tornati tutti a Roma, Lino, io, le nostre figlie, i generi e i nipotini, tutti a ricevere quello stesso calore di affetto e di sentimenti che, alimentando il tuo cammino mentre eri in vita, non si è spento nel cuore di tanti tuoi fratelli del silenzio, dopo la tua scomparsa.
E sai, papà, per quale motivo, pochi giorni dopo questa significativa cerimonia in tuo ricordo, ho acceso un alberello di Natale sulla bianca pietra della tua dimora terrena a Trieste? Perché continuasse ad ardere la fiamma di quell’affetto
che noi familiari abbiamo raccolto a Roma per te. Roma, 27 novembre 1998
Anche nella casa di riposo per sordi anziani, eretta negli anni ’70, per volere tuo, caro papà, a Padriciano, nel cuore del Carso triestino, non si è spenta quella fiamma d’amore che tu tenesti viva per tanti e tanti anni sul cammino dei tuoi fratelli sordi. Infatti in questi giorni il vescovo di Trieste, mons. Ravignani, ha definito con le autorità regionali, la sorte di questa istituzione che, dopo la tua morte, sembrava aver esaurito il suo scopo iniziale. Ora invece, per merito del vescovo, nella casa di riposo che porta il
nome di mia madre “Livia Ieralla”, ci sarà sempre un posto per quell’anziano sordo che ne vorrà fare richiesta. Trieste, 31 dicembre 1998 dall’opuscolo “Il tempo dell’amaca” di Maria Livia Ieralla, dicembre 1999
rc029 (1999)

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