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Zavattaro Osvaldo – Una vita per un ideale
Anche Osvaldo Zavattaro, 88 anni, milanese inossidabile, ha concluso il suo onorabile cammino terreno, si è spento domenica 17 novembre 2002.
Osvaldo aveva ricevuto un anno prima, il 30 settembre 2001, durante la Conferenza per i 50 anni della World Federation for the Deaf, WFD; la medaglia d’oro per essere stato presente, il 19 settembre 1951, mezzo secolo prima, al Congresso Istitutivo della Federazione Mondiale dei Sordi e da allora era sempre rimasto sulla breccia del movimento sociale dei sordi, diventando la “memoria storica” degli anni più difficili, ma che hanno esaltato il movimento dei sordomuti milanesi. Cresciuto al fianco di Prestini, di Alì, di Rubino, di De Carlis, di Pacenza, pionieri dell’ENS e dello Sport silenzioso milanese e italiano, Osvaldo Zavattaro ha acquisito da loro, geniali condottieri del movimento silenzioso, la forza morale e la determinazione caratteriale. Non ha mai voluto esibirsi in primo piano come leader, ma è sempre stato sulle barricate del movimento dei sordomuti di Milano. Sposato con Franca, ha avuto due figli, Emilio e Franco, di cui il primo è medico, il secondo è anche lui laureato, all’ISEF. Ambedue sposati e con prole, dei quali figli è sempre stato fierissimo e giustamente orgoglioso. Ha sempre saputo, infatti, conciliare l’impegno sociale e sportivo, con quello famigliare. Rammento come fosse ieri, ma ricorreva l’anno 1963, i suoi preziosi consigli per l’istituzione della Biblioteca popolare dell’ENS di Milano: lui, infatti, per seguire adeguatamente il corso scolastico dei figli, li accompagnava anche nella biblioteca comunale della sua zona di residenza, per aiutarli nelle ricerche, ed era divenuto lui stesso esperto di catalogazione dei volumi, e fu per me una miniera di utili informazioni. Appassionato di sport, fu Tecnical Delegate del Comitè International Sport des Sourds, CISS, per il Tiro a Segno, e Commissario Tecnico della Federazione Sport Silenziosi Italiani, la gloriosa F.S.S.I. dei tempi d’oro, per il tiro a segno ed anche per lo sport invernale. Nel primo sport, era di casa al Poligono della Cagnola, a Milano, vanta le “scoperte” di campionissimi, quali Giovanni Calissano, Antonio Endrizzzi, Franz Kossler, e molti comprimari, mentre nello sci alpino, di cui non so dire come sia diventato un grande e valido tecnico, essendo la sua cima più prossima e da lui raggiungibile il QT8, la «montagnetta» di S. Siro a Milano, eppure ha individuato e condotto a strepitosi successi olimpici il più grande slalomista che lo sci silenzioso italiano non abbia mai avuto, Vittorio Palatini. L’ultima sua impresa internazionale, furono i Giochi Mondiali di Los Angeles 1985, aveva 71 anni, cominciavano a farsi sentire gli acciacchi, ma fu d’esempio ai suoi tiratori e a tutto lo staff azzurro. Dopo la scomparsa della moglie, Franca, deceduta dodici anni fa, ad Osvaldo è crollato il mondo addosso, ma ha saputo farsi forza e reagire, anche quando, pochi anni dopo, gli acciacchi dell’età si sono fatti più pressanti… pareva non dovesse riprendersi, ed invece si è ripresentato agli appuntamenti della “Terza Età” dell’ENS milanese, alle gite varie del Circolo Ricreativo e Culturale della Sezione Provinciale milanese dell’Ente Sordomuti, l’ultima volta a Cuvio pochi mesi fa e poi un paio di mesi fa il ricovero per un aggravamento improvviso, la sua forza anche di fronte al dolore ed ora riposa coi giusti e con coloro che, come lui stesso, hanno immolato una vita per un ideale, e la loro vita è un esempio per coloro che restano e per quelli che verranno.
ps009 (2002)