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Un documento da rifinire – Libro d’oro del calcio
Il “Libro d’oro calcio silenziosi” è uscito a fine 1998 a cura della FISS e con gli stemmi del Comité International Sport des Sourds, ClSS e del European Deaf Sport Organization. EDSO. In questo volume, di 220 pagine, è raccolta la storia dello sport più amato dagli sportivi sordi italiani, il calcio appunto. Bisogna andare nell’ultima pagina di testo per capire chi ne ha curato la raccolta e la stampa. Contrariamente a tutte le regole editoriali, non è indicata neppure la data d’uscita del volume. È stato Mario Torcolini, un appassionato sportivo cui si può solo rimproverare scarsa conoscenza di questioni editoriali a curare l’edizione del libro con la collaborazione degli ex calciatori “azzurri” Roberto Porcu e Guido Zanecchia.
Libro d’oro Calcio Silenziosi 1929-1997
A cura di Mario Torcolini, Roberto Porcu e Guido Zanecchia (Roma, 1998, Tip.proprio, pp.220)
Il volume, in elegante veste editoriale, si apre senza nessuna presentazione dell’autore, e ciò sconcerta non poco il lettore: c’è subito una sintesi della “Storia 70 anni di calcio dei Silenziosi”, firmata dal presidente nazionale della FISS, Renzo Corti, che in un paio di pagine cerca di condensare sette decenni di storia calcistica dello sport “silenzioso” ma non è spiegata la ragione e lo scopo della raccolta di quei dati, dal 1929 al 1997, e per capire che il volume è stato curato non dal presidente della FISS, ma da Torcolini, aiutato da Porcu e Zanecchia, bisogna arrivare alla pagina 222. Io conservo come un testo sacro il volume che Francesco Rubino diede alle stampe nel 1975: “FSSI 1924-1974”, e dove il famoso ex presidente della FSSI e vice presidente del CISS considerava essenziale “Una… due parole di presentazione” per chiarire ai lettori che gli sono occorsi ben tre anni per raccogliere i dati contenuti nel libro. Rubino si chiedeva se valeva la pena di fare “una tale faticaccia” per raccogliere dei risultati spesso modesti e cui più d’uno, poteva sorridere. Rubino dichiarava di ammirare i “mostri”, i “supermen” dello sport, che sono in ogni modo professionisti, ma aggiungeva di amare i dilettanti “. . . e particolarmente i silenziosi, che sono ancora più dilettanti, autentici idealisti!”. Anche Torcolini si è cimentato in una ricerca, limitata alla storia del calcio nazionale “silenzioso”, da quando nel 1929 si costituirono le prime squadre di calcio e nel 1934 si svolge il primo campionato italiano, fino agli avvenimenti più attuali. Erano altri tempi, l’’“Italia” era decentrata fra Milano, Torino e Genova. Se lo sport silenzioso nazionale ha potuto nascere e svilupparsi, lo si deve ad un tenace sordo napoletano trasferitosi a Milano per lavoro, Emidio Pacenza, che ha guidato il movimento sportivo italiano dai suoi albori, nel 1925, sino alla costituzione di una vera e propria federazione, avvenuta nel 1929. Al termine delle sue “… due parole di presentazione”, Francesco Rubino augurava ai nuovi dirigenti della federazione sportiva silenziosa “… che il patrimonio morale dello sport silenzioso italiano possa servire loro di ispirazione e di incitamento a fare di più e meglio, nell’interesse dei giovani di oggi e di domani, affinché la gioia e la sofferenza che lo sport procura siano anche mezzi di elevazione morale, sociale, civile …”. Il nuovo volume sullo sport silenzioso italiano, limitato al calcio, è un’interessante raccolta di dati, ma gli manca quel tocco di classe, appunto una adeguata presentazione dell’autore, che potrebbe inserire quel libro fra i classici della letteratura sportiva italiana di categoria, perciò auspico una revisione e una ristampa adeguata. Anche “la rassegna stampa”, da pagina 165 alla pagina 220 del volume, non è troppo accurata, occorrerebbe inserire anche delle rassegne recenti, non solo gli articoli del 1931, di Emidio Pacenza, e degli anni Cinquanta, di Francesco Rubino: nel 1985, a Los Angeles, la nazionale azzurra di calcio ha conquistato per la prima e unica volta la medaglia d’oro ai Giochi Mondiali dei Sordi, ma nessun accenno a quel memorabile torneo è stato presentato nella rassegna. Nel libro sono indicati i Commissari Tecnici che hanno guidato la nazionale italiana di calcio in 70 anni di storia sportiva silenziosa: sono solo sette e fra di essi vi è Carlo Calonga, anni 85, che fu CT dal 1949 al 1973. Calonga è caduto “in disgrazia” nel 1977, quando ebbe un violento contrasto tecnico con i tecnici (tutti “udenti” …) della FSSI di allora: visto che in questo frattempo hanno avuto la grazia addirittura dei terroristi degli anni di piombo della politica italiana, sarebbe troppo chiedere la riabilitazione morale e sportiva di questo anziano sordomuto alla vigilia dei XIX Giochi Mondiali dei Sordi di Roma 2001? Per concludere, ritengo che il “Libro d’oro Calcio Silenziosi” sia una preziosa raccolta di dati e un documento da conservare nella biblioteca degli sportivi sordi italiani, ma è anche un libro che dev’essere rifinito con correzioni ed aggiunte per essere annoverato fra i classici della storia sportiva silenziosa nazionale. rc005 (1998)