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Considerazioni sul manifesto delle Donne disabili d’Europa
Opuscolo “Manifesto delle donne disabili d’Europa”, a cura di Forum Europeo dei Disabili (Roma, 2000, Tip. proprio, Centro ENS, pp.40)
Ricordo che quando entrai per la prima volta nel mondo del Lavoro i salari delle lavoratrici erano inferiori alle retribuzioni dei colleghi maschi, anche per identiche mansioni Ora si è raggiunta la parità salariale, ma le donne non sembrano intenzionate ad abbassare la guardia ed esigono la vera pari opportunità umana e sociale. Anche le donne sorde sono aggiornate e, per ricordare il primo 8 Marzo del 3° Millennio la presidente dell’Ente Nazionale Sordi, Ida Collu, ha inviato un gradevole augurio a tutte le sorde italiane “…giovani nel cuore e nello spirito…” offrendo idealmente “…rose rosse per assaporare il profumo della vita che è bella!”, ed ha fatto stampare “Il manifesto delle donne disabili d’Europa”.
Questa pubblicazione, curata dal Centro Nazionale Documentazione, Informazione e Storia dei Sordi “Vittorio Ieralla” reca l’introduzione di Johan Wesemann, presidente della EDF, Forum Europeo dei Disabili, che porge le sue congratulazioni “…a tutte le donne disabili che hanno contribuito al Manifesto”. Un’altra donna, Lydia Zijdel, presidente del Gruppo di lavoro sulla donna e la disabilità dell’EDF, informa che il Manifesto raccoglie tutte le raccomandazioni formulate per migliorare la vita delle donne e delle ragazze disabili dell’Unione Europea.
Lo scopo del Manifesto è informare le donne che presentano disabilità, affinché prendano coscienza della loro posizione, dei loro diritti e delle loro responsabilità. Il Manifesto include raccomandazioni su settori tematici di interesse prioritario per le donne disabili europee, per evitare che queste subiscano discriminazioni rispetto a donne e uomini non disabili, ma anche dagli stessi uomini disabili. Lydia Zijdel raccomanda che il testo del Manifesto venga tuttavia inteso nel contesto di trattati e accordi politici internazionali. I temi prioritari spaziano su diversi settori tematici, come Diritti umani ed etica, dove sono riconosciute essenziali le misure per l’accesso all’informazione e alla comunicazione, mentre per la legislazione nazionale ed europea si ritiene che la parità di opportunità potrà essere raggiunta “…quando saranno state eliminate le abitudini e le prassi discriminatorie che negano l’uguaglianza di accesso. Una buona istruzione è requisito essenziale per godere di pari opportunità, quindi l’erudizione delle ragazze e donne sorde “…deve essere impartita in scuole ordinarie dotate degli speciali requisiti per l’insegnamento specializzato, che deve rispettare la cultura specifica…”, mentre, in campo professionale, le donne disabili devono poter accedere a tutti i programmi di formazione ed essere attivamente incoraggiate a parteciparvi, ed in più, le donne sorde che lo desiderano, dovrebbero poter accedere ai programmi formativi professionali nella loro lingua materna, la lingua dei segni.
Particolare attenzione viene dedicata al matrimonio, alle relazioni sociali, alla maternità ed alla vita familiare, per cui le donne disabili devono avere accesso ai metodi di pianificazione familiare ed alle informazioni sul funzionamento sessuale dei loro corpi, e tali informazioni devono essere fornite su cassette, in Lingua dei Segni, oppure in stampati “di facile lettura”, ma deve essere garantito il controllo del loro corpo, per proteggerle dalla violenza fisica, psicologica e sessuale. Lo sviluppo dell’attitudine al comando deve consentire alle donne disabili di raggiungere l’autostima, ed a tal fine dovranno essere organizzati, a livello locale, seminari di formazione al comando, per produrre e diffondere materiale informativo e di sensibilizzazione, rivolto a coloro che hanno il potere decisionale a livello nazionale ed europeo. Per raggiungere gli obiettivi sopra elencati, “…occorre sensibilizzare la società ai problemi delle ragazze e delle donne disabili, ai loro diritti e alle loro esigenze…”, per garantire che le donne colpite da menomazione uditiva possano accedere a tutta l’informazione, e quindi “…devono fruire gratuitamente dei servizi di interpreti di lingua dei segni in qualsiasi occasione.
Per la previdenza sociale e l’assistenza sanitaria, il Manifesto delle donne sorde europee prescrive che è necessario elaborare modelli di riabilitazione specifici, in stretta collaborazione con la propria organizzazione di categoria, riconoscendo il diritto ad un’analisi precoce e dell’intervento del logopedista, il quale utilizzerà metodi flessibili che includano sia il linguaggio gestuale, che quello parlato. Le donne sorde devono anche aspirare alla mobilità, non solo nel senso dei trasporti pubblici e delle speciali infrastrutture, ma soprattutto in un migliore accesso alla comunicazione, all’informazione e alla televisione, fruendo d’interpreti di lingua dei segni ed di sottotitoli. Devono anche avere il diritto di usare video nei musei e nei luoghi pubblici e di fruire di una segnaletica luminosa di emergenza in caso di incidenti, incendi o altri pericoli.
Il Manifesto europeo delle donne disabili conclude che “…la Commissione europea, il Parlamento europeo, le Nazioni Unite e gli enti specializzati…” devono includere tra le loro priorità il finanziamento di programmi per le donne disabili. Sono programmi che investono anche il settore maschile, non solo quello femminile, ma considerando che le donne sono state per secoli represse perché ritenute ingiustamente il “sesso debole”, è logico che ora la cultura maschile, ma non “maschilista”, sottoscriva le rivendicazioni femminili per la pari opportunità in ogni campo della vita sociale, rc025 (2004).