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1859 – Amministrazione Provinciale di Catanzaro Centro di Rieducazione per audiolesi e logopatiche Antonio Izzi De Falenta in Catanzaro
Questa Istituzione, di Catanzaro, riveste molta importanza nella storia dell’istruzione dei sordi in Calabria. Essa fu iniziata dal sacerdote napoletano Luigi Ajello, che, nell’ottocento, fece pressione presso le autorità locali del tempo per poter aprire la scuola per sordomuti, con annesso convitto, e per questo è ricordato come l’ «apostolo dei sordomuti» del mezzogiorno.
Gagliano (CZ) – Ex sezione femminile dell’Istituto provinciale, ora sede delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori
Il complesso scolastico di Catanzaro fu sovvenzionato dal Vescovo di quella città, Monsignor Raffaele Maria De Franco, che sensibilizzò i cittadini e fornì in tal modo i mezzi ed il materiale necessario per realizzare l’opera e quindi per istruire i sordomuti del luogo. L’Istituto fu aperto nell’agosto 1859, ed ebbe anche il contributo statale dell’allora Regno della Due Sicilie.
La scuola, che ebbe inizialmente otto piccoli alunni sordomuti, poi rapidamente aumentati sino a raggiungere la massima capienza consentita, fu subito affidata al maestro-direttore Sac. Luigi Spadola, che insegnò applicando il metodo mimico gestuale, integrato dalla lettura labiale e dall’articolazione della parola. Solo più tardi è stata applicata la disciplina del metodo oralista.
In considerazione dell’utilità di quella scuola, il Consiglio provinciale di Catanzaro si interessò attivamente alle iniziative di quella Istituzione e avviò un progetto per qualificare l’Istituto ad iniziativa provinciale scolastica e per l’avviamento professionale dei sordomuti. Sugli atti del tempo troviamo a tal proposito questa dicitura: “…si diminuisce quindiil numero dei vagabondi, dei mendici, dei ladri, degl’infermi od altro di peggio che il tacere è bello (se no donne), che è un po’ emblematica, ma anche chiara.
Nel 1885 quello stesso Consiglio ha poi proposto di erigere in Ente morale l’Istituto per Sordomuti, garantendo il finanziamento pubblico da parte del Municipio per il mantenimento a Catanzaro di quell’opera istituzionale per i sordomuti, che fu sancita con il R. D. 25.3.1886, in seguito a cui assunse figura giuridica pubblica, affidandola al Consiglio amministrativo dell’Istituto stesso.
Ovviamente, all’inizio, la gestione dell’Istituto fu molto travagliata e difficoltosa. Lo sviluppo scolastico e le forme assistenziali seguite dall’Istituto si uniformarono a quelle che erano ritenute le più evolute, a quell’epoca, e primo direttore fu un laico, il Prof. Antonio Izzi de Falenta, che guidò l’Istituto per molti anni, apportando una notevole trasformazione dell’Ente nella nuova fase interna e nell’innovativo servizio socio-educativo e pedagogico e adottando un moderno ed efficace Regolamento Organico, che fu approvato nel 1910 dal Consiglio Provinciale e confermato poi con il Regio Decreto del 8.4.15, quando l’Istituto, denominato “Provinciale” poté sviluppare gradatamente l’attività sia didattica che professionale, tentando pure, senza riuscirci, di estendere la sua funzione a livello interprovinciale. Intanto, dopo un’ ispezione del Ministero della Pubblica Istruzione, fu riconosciuta l’equiparazione a scuola pubblica per sordi, con R. D. 10 marzo 1927 n. 481 e conseguente sgravio allo Stato per il mantenimento del corpo docente.
In seguito all’aumentato numero di iscrizioni di alunni sordi alla scuola, l’Amministrazione Provinciale di Catanzaro concesse alla scuola, a titolo gratuito, mq. 2000 di suolo per erigere un nuovo fabbricato e ampliare l’istituto in conformità con le prescrizioni della legge sugli edifici scolastici.
Gli eventi bellici, soprattutto dal 1942 al 1945, costrinsero l’Istituto a sospendere la funzione educativa, che poté riprendere a guerra finita, sia pure con grosse difficoltà. Contemporaneamente alla ripresa scolastica, aumentarono considerevolmente le iscrizioni, che superavano il numero di ottanta alunni, provenienti da tutta la Calabria, per cui l’ Istituto assunse la funzione, e pure il nome, di «Istituto Sordomuti di Calabria “Antonio Izzi de Falenta”», questo in onore di un suo amato direttore e lo stesso Istituto fu dotato di nuove apparecchiature indispensabili e subì delle modificazioni per adeguare i reparti all’addestramento professionale degli allievi (falegnameria, tipografia, scuola d’arte grafica ecc.).
Nel 1959, per sopperire alla mancanza di strutture per dare istruzione pure alle bambine, fu eretto pure un edificio per loro, e fu realizzato pure questo grazie all’ Amministrazione Provinciale, istituendo in località Gargano una sezione per accogliere le bambine adattando a convitto un’ex scuola, ed istituendo costì anche la scuola materna, che poi fu affidata alle Suore Salesiane del Sacro Cuore, stabilendo pure con esse unaconvenzione per i servizi di cucina e di guardaroba, mentre dal 1962 alcune delle stesse suore furono pure maestre ed educatrici, e fu grazie a loro che prese vita l’Istituto intitolato a Filippo Smaldone, fondatore, nel 1885 in Lecce, della congregazione delle suore salesiane.
Negli anni settanta, oltre alla scuola materna ed elementare, fu istituita a Catanzaro pure la scuola media per sordi, con esami da privatisti, e tali scuole funzionano ancora oggi, con i programmi aggiornati secondo il calendario scolastico Statale.
Dal 1986, il Consiglio Direttivo dell’Istituto, che ora ha assunto il nome di «Centro di rieducazione per audiolesi, mutolesi e logopatici “Antonio Izzi de Falenta”»risponde direttamente all’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, da cui dipende direttamente a tutti gli effetti e dove ora funziona anche il trattamento riabilitativo ambulatoriale.
La sezione maschile è stata recentemente trasferita all’Istituto di Gagliano, mentre la vecchia sede di Via Turco deve essere ristrutturata, ma non si conosce la sua successiva sorte.
Quella di Gagliano è una delle pochissimi istituzioni dirette dell’Ente locale Le altre sono quelle di Gorizia, di Molfetta e di Venezia.
MONS. RAFFAELE MARIA DE FRANCO
Il Vescovo di Catanzaro, Mons. Raffaele Maria De Franco, nominato il 23 aprile 1852, ricevette il Sac. Luigi Ajello, che si offrì personalmente di erigere l’Istituto Sordomuti, poi passato in mano delle istituzioni pubbliche per la prosecuzione dell’attività didattica dei sordomuti nella provincia catanzarese.
De Franco morì il 23 agosto 1883 ed è seppellito nella cripta della cattedrale di Catanzaro.
SPADOLA LUIGI
Luigi Spadola fu il primo sacerdote incaricato dall’Ajello alla direzione del complesso per sordomuti di Catanzaro, nel 1859. Egli era stato allievo del celebre Padre Pendola di Siena, e là aveva appreso il metodo per istruire i sordi, che poi aveva messo in pratica anche presso la Pia Casa Arcivescovile di Napoli, diretta dallo stesso Ajello.
Purtroppo i suoi dati biografici sono scarsi, anche se si ritiene che sia stato il primo educatore di sordomuti della Calabria.
DIREZIONE DELL’ISTITUTO PROVINCIALE
I successori di Luigi Spadola alla direzione dell’Istituto per Sordomuti della Calabria, prima che questa, nel 1910, passasse ai laici, come lo è tutt’ora, furono i seguenti:
Prof. Antonio Izzi de Falenta dal 1911 al 1945
Prof. Felice Izzi de Falenta dal 1945 al 1979
Prof. Crispino Di Giombattista dal 1979 al 1985
Prof. R. Fratto (Vicedirettore) dal 1985
NOTE RIEPILOGATIVE
1859 – Apertura della scuola-convitto per sordomuti;
1885 – Applicazione del metodo “oralismo”;
1886 – Erezione dell’Istituto Sordomuti a corpo morale, con R.D. 25.3. 1886;
1911 – La direzione dell’Istituto passaa un laico;
1915 – Approvazione del Statuto organico con R.D. 8.4.1915;
– Intitolazione dell’Istituto Provinciale dei Sordomuti;
1927 – Equiparazione delle scuole pubbliche con R.D. 481 del 10 marzo 1927;
1946 -Ricostruzione dell’edificio danneggiato dalla guerra e lavori di ristrutturazione interna;
– Nuova intitolazione dell’Istituto Sordomuti “Antonio Izzi De Falenta” di Calabria;
1959 – Istituzionedella sezione femminile in località Gagliano
1962 – Affidamento dei servizi (cucina, guardaroba, maestra educatrice ecc.) allr Suore Salesiane dei Sacri Cuori;
1986 – L’Istituto passa all’Amministrazione Provinciale di Catanzaro;
1987 – Nuova denominazione in “Centro di rieducazione per audiolesi, mutolesi, otologopatici “Antonio Izzi De Falenta” ;
1990 – Trasferimento della sezione maschile di Via Turco all’unica sede inGagliano (Via Smaldone).
Franco Zatini is039 (1991)
Mons. Raffaele De Franco (Caccuri 30/5/1803 – Catanzaro 23/8/1883)
Vicario di Cariati e di Chieti, Arcidiacono di Strangoli e, successivamente, vescovo di Catanzaro, fu uno dei Caccuresi più illustri nella storia del piccolo paese presilano dove nacque il 30 maggio del 1803 da Antonio e da Agata Florio. Compì gli studi nel seminario di Catanzaro ove ricevette la “confirmazione, la tonsura ed i quattro ordini minori” da monsignor Giovanni Francesco D’Alessandria. Si trasferì, quindi, a Roma dove fu ordinato suddiacono dal cardinale Della Porta Rodiani e diacono dal cardinale Zurlo. Nel 1825 divenne sacerdote. Nel 1819 era stato designato quale canonico della collegiata di Caccuri e nel 1827 divenne vicario generale di mons. Giosuè Saggese, arcivescovo di Chieti. Il 21 gennaio del 1852 fu nominato vescovo di Catanzaro, diocesi che governò per ben 31 anni lasciandovi la sua impronta indelebile. Nel 1869 partecipò al Concilio Ecumenico a Roma e fu nominato componente della Commissione dei Canonisti nella quale ebbe modo di farsi apprezzare per la vasta e profonda conoscenza del diritto canonico. Durante il suo mandato pastorale nella diocesi di Catanzaro fece ricostruire interamente il Palazzo vescovile e fece ingrandire il Seminario che egli stesso aveva frequentato in gioventù. Fondò anche l’Istituto dei sordomuti e fece frequentare, a sue spese, a Napoli, un corso di istruzione per l’insegnamento a questa categoria di portatori di handicap, al sacerdote Luigi Spadola. Nell’ottobre del 1880 tenne un sinodo diocesano, dopo circa un secolo dall’ultimo che era stato proclamato dal 1vescovo Gori. Fece inoltre erigere il campanile del Duomo di Catanzaro, sotto la direzione dell’architetto Michele Manfredi facendovi collocare cinque campane. Mons. De Franco, oltre che curare le anime, si interessava anche, più o meno discretamente, di politica, ingerendosi pesantemente nelle vicende risorgimentali. Questo è, almeno, ciò che sospettava il Segretario Generale dell’Intendenza Stefano Berni che, il 19 ottobre del 1861, lo diffidava dal prendere posizione contro il plebiscito per l’annessione, così come correva voce nel circondario. Ma l’abile plelato seppe sempre sviare abilmente i sospetti continuando a svolgere tranquillamente la sua missione pastorale fino al giorno della morte che lo colse il 23 agosto del 1883. Fu sepolto nel cimitero di Catanzaro. Successivamente un’urna contenente documenti e reliquie del vescovo caccurese fu collocata nella cappella De Franco della chiesa di S. Maria delle Grazie in Caccuri ove rimase fino alla fine degli anni ’60.
Giuseppe Marino. Fonte: web.alice.it
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“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini