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1837 – Istituto Sordomute delle Suore Ancelle in Brescia
L’istruzione dei sordomuti, a Brescia, ebbe iniziò nel 1837, per opera di mons. Faustino Pinzon (vedi la foto del ritratto), Arciprete della Cattedrale cittadina, che raccolse alcune piccole sordomute, affidandole alle cure della nobildonna Paolina Di Rosa, fondatrice della Congregazione delle Suore Ancelle della Carità.
Successivamente, probabilmente quando a Brescia subentrò nel 1851 l’Istituto Sordomute delle Suore Canossiane, le “Ancelle” non si occuparono più dell’educazione delle sordomute.
L’Istituto delle “Ancelle”, pertanto, fu la prima Istituzione per l’educazione dei sordi nella città di Brescia, ma presto in quella città, nello stesso periodo, furono poi aperte altre scuole per sorde, a cura dei sacerdoti Andrea Bellini e Lodovico Pavoni.
is103 (1994) Franco Zatini
UNA SANTA DA AMARE
Maria Crocifissa Di Rosa nasce a Brescia il 6 novembre 1813. Sesta di nove fratelli fu battezzata con il nome di Paolina Francesca Maria. A 11 anni, dopo aver superato una gravissima malattia, perdette la madre e trovò aiuto nelle suore visitandine presso le quali trascorse l’adolescenza trovando l’aiuto valido in due educatrici, che la spinsero a notevoli progressi spirituali ed educativi. Seria, schiva di qualsiasi vanità, si abbandonò come figlia a Maria Santissima, alimentando nel cuore una sempre più forte vocazione religiosa.
Ritornata a 17 anni in famiglia, vi codusse una vita ritirata di preghiera e di lavoro, mentre sotto la guida di mons. Faustino Pinzoni andò oriendandosi ad opere di carità. A 18 anni respinta la proposta di matrimonio, fece voto di perpetua veginità. Al contempo, diventata direttrice di una filanda paterna ad Acquafredda, con una settantina di operaie, svolse tra loro un intensissimo e amoroso apostolato. Analogo apostolato ricco di aiuti ai poveri e agli infermi, di assistenza della gioventù femminile, di promozione di esercizi spirituali e di missioni al popolo, svolse a Capriano e ad Acquafredda.
Nel 1836, scoppiato il colera, Paola ottenne dal padre di rinchiudersi nel Lazzaretto lasciandolo soltanto per assistere in famiglia il fratello Filippo, vittima anch’egli del morbo. su sollecitazione di mons. Pizzoni. dal 1836 al 1839 si dedicò all’assistenza dei sordomuti, organizzando due scuole, assumendo l’assistenza morale alle donne ricoverate a Casa d’Industria.
Con grandi aiuti aprì una casa per ragazze pericolanti, svolgento intesa opera di redenzione sociale. Le frequenti visite in Ospedale andavano sempre più spingendola a dar vita ad una pia associazione di infermiere. La morte, nel 1839, della sorella salesiana Maria Crocifissa maturò definitivamente la sua vocazione religiosa. Sostenuta da mons. Pinzoni e con il pieno consenso del padre e ottenuta l’approvazione governativa, raccoglieva intorno a se le prime 32 infermiere che, guidate da lei in qualità di superiora, il 18 maggio 1840 iniziavano il loro servizio nell’ospedale femminile, costituendo il primo nucleo delle Ancelle della Carità, aventi come scopo primario la cura dei malati negli ospedali. Il 30 agosto 1841 l’esperienza veniva trapiantata a Cremona. Resistendo a tutte le opposizioni particorarmente vive negi ambienti ospedalieri, riusì a dare consistenxa all’istituzione ed ottenere, il 18 febbraio 1843, l’autorizzazione governativa al servizio in ospedale, mentre il nascente istituto, con l’appoggio incondizionato del padre, trovava la sistemazione nell’ex palazzo Mazzuchelli. Nello stesso anno acquistava il Ronco della Carità per le giovani pericolanti. Il 7 maggio 1844 otteneva il riconoscimento della S. Sede all’erezione in Corporazione religiosa.
Gli avvenimenti del 1848 e del 1849 impegnarono a fondo Paola Di Rosa prima nella difesa dei Gesuiti perseguitati dagli insorti nel marzo 1848, poi nella cura dei feriti dell’ospedale militare, senza descriminazioni, nell’assistenza sui campi di battaglia di Monzambano e Valeggio, a Montichiari e Brescia. Nel 1849 assistette gli austriaci e i feriti nelle Dieci Giornate, per i quali non esitò a schierare le sue suore e inalzare il Crocifisso davanti all’ospedale. Passata la bufera, affrontò decisamente la sistemazione giuridica della sua istituzione. Morto mons. Pinzoni (7 luglio 1848) e il padre (13 febbraio 1850), nel settembre 1850 portatasi a Roma continuò le trattative con la S. Sede e ottenne una memorabile udienza da Pio IX che 8 aprile 1852, festa del S. Cuore di Gesù, nella chiesa di S. Lorenzo, alla prenza del vescovo mons. Verzeri, Paola faceva la sua professione religiosa, assumendo il nome di Maria Crocifissa, mentre diciotto Ancelle prendevano l’abito. Il 21 giugno seguente, nella cappella della Casa Madre, le Ancelle facevano le loro professioni religiose e suor Maria Crocifissa accettava la nomina a superiora generale dell’Istituto. Logorata dalle fatiche, fortificata dalle penitenze e dalle orazioni, il 26 novembre 1855 a Mantova, dove assisteva agli Esercizi spirituali delle suore, si ammalò gravemente. Riuscita a stento a farsi accompagare a Brescia, morì il 15 dicembre. Sparsasi subito la sua fama di santità, il suo corpo, tumulato dapprima nella tomba di famiglia nel Cimitero di Brescia, il 21 aprile 1856 venne traslato nella chiesa della Casa Madre della Congregazione. Il ripetersi di grazie segnalate e la venerazione crescente, spinsero nel 1892 l’Autorità ecclesiastica ad aprire regolari processi diocesani, coronati il 10 dicembre 1913 nel decreto di Pio X di itroduzione della causa. Nel maggio 1928 viene emanato il decreto della eroicità delle virtù; il 25 aprile 1929 approvati i miracoli. il 1 luglio 1932 Pio XI riconosceva l’eroicità delle virtù. Seguiva il 26 maggio 1940 la beatificazione e il 12 giugno 1954 la canonizazione fa parte di Pio XII.
Fonte: parrocchiacecchina (2007)
Un Pioniere dell’assistenza sociale
Monsignor Faustino Pinzoni, Arciprete del Duomo di Brescia (1779-1848), è con Paola Di Rosa pioniere dell’assistenza sociale e infermieristica in città. La sua vita è all’insegna della carità e del servizio.
Nel 1835 fonda in sant’Orsola una Pia Unione di infermieri per l’assistenza agli ammalati poveri e stende il progetto per una casa di riposo per sacerdoti. Nel 1836, con Paola Di Rosa, assiste i colpiti di colera e segue, accompagna, forma il primo gruppo di giovani volontarie, unitesi a Paola, dettando loro un programma di vita.
Nel 1838 promuove con la famiglia Di Rosa e in particolare con Paola, la scuola per sordomute e dirige quella dei sordomuti, fa parte del Consiglio direttivo della Pia Casa d’Industria. Dal 1839 al 1840 collabora alla fondazione della Pia Unione delle Ancelle della Carità e alla stesura delle Regole, ne ottiene l’approvazione e diventa il primo superiore ecclesiastico dell’Istituto.
Nel 1841 appoggia Paola nella fondazione delle prime case filiali dell’Istituto delle Ancelle della Carità: Cremona, Manerbio, Montichiari e Chiari. Nel 1848 assiste i colpiti di colera e nel giugno si reca a Valeggio e a Borghetto (Verona) per visitare le figlie spirituali, che prestano il loro servizio ai soldati feriti. Fonte: suoreancelle.
Segnalato da Giuseppe Bolzoni (2007)
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
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“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini